Roma, 2 mar – Fronte lavoro, gli ultimi dati Istat fotografano una situazione sempre più sconcertante in Italia. Nel mese di gennaio il tasso di disoccupazione è infatti salito del 7,9% (+0,1 punti su dicembre 2022), mentre quella giovanile è balzata al 22,9% (addirittura +0,7 punti percentuali rispetto al mese precedente).

Basterebbero questi numeri per comprendere quanto sia dirimente affrontare di petto il tema delle politiche attive del lavoro, a livello governativo come sindacale. Peccato che i sindacati siano concentrati nell’organizzazione di inutili, se non deleteri, cortei antifascisti contro il fantomatico “pericolo squadrista”. Operazioni peraltro del tutto strumentali e atte unicamente ad attaccare l’esecutivo guidato dalla Meloni.

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Ma vediamo bene i dati Istat per capire quanto sia evidente il distacco dalla realtà, nonché dal loro ruolo principale – rappresentare e difendere i diritti dei lavoratori – dei confederali Cgil, Cisl e Uil.

I dati Istat, mentre i sindacati organizzano cortei antifascisti

Stando all’ultimo rapporto dell’Istituto Nazionale di Statistica, in Italia il numero di persone in cerca di lavoro cresce su base mensile (+1,7%, pari a +33mila unità) tra le donne e i minori di 50 anni. In calo i dipendenti a termine, gli autonomi e i giovani. La diminuzione del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,7%, pari a -83mila unità) coinvolge uomini, donne e persone con più di 35 anni d’età. Mentre il tasso di inattività scende al 33,9% (-0,2 punti).

Confrontando i dati del gennaio 2022 con quelli del gennaio 2023, si nota un aumento di occupati del 2% (+459mila unità) tra uomini, donne e tutte le classi d’età, con il tasso di occupazione in aumento di 1,4 punti percentuali. Rispetto a gennaio 2022, diminuisce anche il numero di persone in cerca di lavoro (-6,7%, pari a -143mila unità) e il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-3,7%, pari a -478mila). Resta però un grave problema di fondo: in Italia la disoccupazione sfiora l’8% e un giovane su quattro non lavora. Altro che pagliacciate antifà.

Alessandro Della Guglia

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2 Commenti

  1. “In Italia un giovane su 4 è disoccupato, ma i sindacati si danno ai cortei antifascisti”

    DICO,ma avete mai provato a proporre ad un giovane sotto i 25\30 anni di LAVORARE davvero,in italia?
    per esempio…
    nei campi,in fabbrica,nei servizi,nella ristorazione,nell’artigianato,
    nella metalmeccanica,nell’allevamento,nella carpenteria,nell’edilizia?

    avete mai dato un’occhiata a chi sta lavorando nei cantieri,nell’artigianato,dietro ai banconi dei locali pubblici?
    sono QUASI TUTTI over 50 (spesso anche over 60)
    o extracom.
    i titolari di partita iva artigiane e spesso anche commerciali sono per l’80 per cento sopra i 45 anni,
    e spesso ad un passo dalla pensione..
    e non trovano turnover,nè sul mercato del lavoro,nè in famiglia (i figli NON ne vogliono sapere di lavorare nelle aziende di famiglia…mangiarci sopra,sì: lavorarci NO)
    gente che voglia fare impresa nemmeno.

    di che lavoro dovrebbero parlare i sindacati in italia,se le multinazionali dettano legge o delocalizzano,
    i maturi sono già sistemati,
    quelli più maturi pensano solo a fare il meno possibile in attesa della pensione,
    e i giovani vivono al risparmio e
    di lavorare davvero NON ne vogliono sapere?

    per forza che poi si riducono a fare i cortei antifascisti…
    se non lo facessero sparirebbero nel nulla.

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