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Italia a due colori. Regioni in pressing per le riaperture dal 20 aprile

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 6 apr – Riaprire l’Italia dal 20 aprile: le regioni spingono sul governo che ha abolito per decreto la zona gialla fino al 30 aprile. Da oggi infatti il Paese torna a due colori: zona rossa e zona arancione. Ma le chiusure sono ormai insostenibili per tutti quei settori in ginocchio dopo mesi di inattività. Ecco perché i governatori chiedono date certe per le riaperture laddove i dati epidemiologici lo permettano. Anche i cittadini, dopo il lockdown di Pasqua e mesi di chiusure a singhiozzo, sono insofferenti e non ne possono più. Il governo dal canto suo ha sposato la linea del rigore del ministro della Salute Roberto Speranza e fintanto che i numeri della pandemia non migliorano non vuol sentire parlare di allentamento delle restrizioni.

“Riaperture? Prossima cabina di regia convocata quando cambierà il quadro epidemiologico”

Tutto dipenderà dalla prossima riunione della cabina di regia, che sarà convocata “quando cambierà il quadro epidemiologico”. Il premier Mario Draghi, pressato dalla Lega affinché si possa riaprire prima dello scadere del decreto in vigore, si è impegnato a valutare allentamenti delle restrizioni a partire dal 20 aprile. Data che emerge in base alle previsioni sull’andamento della curva dei contagi e sugli eventuali cambi di colore delle regioni. Il punto è che allo stato attuale non c’è una data per la convocazione della cabina di regia. Quindi tutto resta come previsto: zona gialla abolita, Italia in zona rossa (e relativo lockdown) e in zona arancione. Divieto di spostamento tra regioni. Coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino dopo.

Dal 20 aprile potrebbero riaprire bar e ristoranti (solo a pranzo)

Dal 20 aprile, dati su contagi, ricoveri e vaccinazioni permettendo, potrebbero riaprire bar, ristoranti (con dati da zona gialla). Poi a seguire cinema e teatri, ma anche parrucchieri e centri estetici (anche in zona rossa). Infine toccherebbe a palestre e piscine (non prima di maggio). Nello specifico, bar e ristoranti potrebbero riaprire fino a pranzo, con chiusura ulteriormente anticipata il pomeriggio, per evitare assembramenti nell’ora dell’aperitivo. Cinema e teatri, che avrebbero dovuto riaprire il 27 marzo scorso, potrebbero ripartire nelle modalità previste: prenotazioni online, distanziamento in sala.

Cosa dice il decreto in vigore da domani

Regioni e Lega al governo devono quindi sperare nei numeri da zona gialla a partire dal 20 aprile. Sì, perché il decreto in vigore da domani 7 aprile prevede che “in ragione dell’andamento dell’epidemia, nonché dello stato di attuazione del Piano strategico nazionale dei vaccini con particolare riferimento alle persone anziane e alle persone fragili, con deliberazione del Consiglio dei ministri, sono possibili determinazioni in deroga al primo periodo e possono essere modificate le misure stabilite dal provvedimento“.

Il nodo vaccinazioni

Ciò significa che è di cruciale importanza che il piano vaccini proceda a un ritmo maggiore. Tuttavia, allo stato attuale, l’obiettivo di 500mila vaccinazioni al giorno è irraggiungibile. Servono infatti il doppio delle dosi di vaccino previste per il mese di aprile. Ma come è noto ci sono problemi con le case farmaceutiche che non rispettano gli accordi sulle consegne. Quindi chi spera nelle riaperture deve sperare che aumentino le vaccinazioni.

Adolfo Spezzaferro

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