Roma, 24 mag – Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha presentato oggi un provvedimento riguardante la conoscenza della lingua italiana da parte degli studenti stranieri di prima immigrazione e il suo accertamento.
La proposta del ministro Valditara
“Interveniamo sul tema dell’integrazione scolastica degli alunni stranieri: il 30% dei ragazzi stranieri si disperde, il 22% non ha competenze sulla lingua italiana. Le scuole saranno obbligate ad accertare la conoscenza della lingua italiana per gli studenti di prima immigrazione”, così Valditara presenta la nuova norma durante una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. Il ministro parla addirittura di “pietra miliare nella politica del governo per una vera eguaglianza di tutti gli studenti”, in quanto “per gli stranieri il nostro obiettivo è consentire a ciascuno di avere una adeguata conoscenza della lingua italiana, primo, fondamentale passo per una reale inclusione”. E snocciola qualche numero: “Nelle classi dove gli studenti di origini straniere, e che abbiano importanti carenze nella conoscenza della lingua, siano uguali o superiori al 20%, dal 2025 arriverà un docente adeguatamente formato che affiancherà con lezioni di potenziamento il lavoro di classe. Già da settembre, intanto, le scuole potranno organizzare corsi aggiuntivi extracurricolari di potenziamento grazie a fondi ad hoc del Pon”.
Il problema degli studenti stranieri
Valditara spiega come il provvedimento sia rivolto “a quegli alunni stranieri che, soprattutto se neoarrivati in Italia, non possiedono un adeguato livello di conoscenza della lingua italiana come lingua di comunicazione e conseguentemente di studio, e che mantengono gravi deficit di conoscenza della lingua nel percorso successivo”. E aggiunge: “Il tasso di dispersione scolastica per questi studenti stranieri si attesta a oltre il 30% a fronte di una dispersione degli studenti italiani pari al 9,8%”. Per poi concludere: “Per queste ragioni, si prevede, da una parte, la possibilità per le scuole – già per il prossimo anno scolastico – di accedere a specifici progetti Pon volti ad assicurare il potenziamento dell’apprendimento della lingua italiana; dall’altra, di avviare un percorso che porterà, attraverso la rimodulazione degli organici, ad introdurre, per le classi con un numero di studenti stranieri neoarrivati in Italia, e con deficit nella lingua, pari o superiore al 20%, un docente con una formazione ad hoc”. Che la conoscenza della lingua italiana sia un prerequisito essenziale per frequentare una scuola italiana ci appare come semplice buonsenso e, anzi, un atto dovuto. Tuttavia le parole di Valditara seguono una retorica, per così dire, inclusivista che nasconde più di una zona d’ombra. Infatti, che l’istruzione scolastica basti a creare un’integrazione è una chimera. O, meglio, è propria l’idea che, a fronte di un’immigrazione di masse, sia possibile un’integrazione ad essere un falso mito.
Michele Iozzino