Roma, 4 giugno – A dar retta a Michela Murgia, la parata del 2 giugno scorso è stata un’apologia di Fascismo. Il senso del ridicolo che ormai ha abbandonato certi lidi dell’intellighenzia di sinistra, ha portato la “scrittrice” a farla davvero grossa: postando una foto del passaggio del GOI (Gruppo Operativo Incursori) del Comsubin sotto il palco presidenziale, ha pensato bene di aggiungere una didascalia diventata purtroppo virale: “Entra in parata con il saluto romano”.
Murgia senza freni
Purtroppo per lei (che aveva già dimostrato di essere ignorante di cose militari) ma anche per i nostri occhi che devono sopportare la vista di migliaia di repost “indignati”, il GOI ha semplicemente celebrato il suo passaggio come avviene da quasi 20 anni, ovvero da quando il Presidente della Repubblica Ciampi introdusse il reparto d’elitè nella parata. Descritto come un avvenimento nuovo ed “inquietante”, c’era da scommetterci che nel mirino dei cervelloni sarebbe finito proprio quel momento lì, quello in cui il plotone al segnale di “attenti a sinist“(non saluto romano) avrebbe gridato “Decima!”. C’è da chiedersi perchè questo grido non abbia mai scandalizzato in passato quando sul palco altri governi hanno celebrato la parata militare del due giugno. Una domanda retorica, ovviamente: confidiamo nell’intuito del lettore. Soffermiamoci invece a riflettere sulle reazioni scomposte di chi ci fa la morale su “ignoranza”, “analfabetismo funzionale” e piange per il destino “culturale” della Rai.
Intellighenzia?
Davvero avete trasformato un gesto – ripetuto da ogni reparto – in un saluto romano? Cavolo, ce ne stavano di cose da dire prima di arrivare a trasformare un segnale in apologia di Fascismo: prima fra tutte il passo dell’oca. Invece no, la Murgia ha scelto quella più “memistica” per il suo j’accuse (di cosa poi?) al governo Meloni, reo tra le altre cose di aver applaudito al passaggio degli incursori. Strano. Deve aver scoperto anche che i Bersaglieri corrono e gli Alpini hanno una penna sul cappello. Ora, possiamo anche capire quella solita tendenza anti-militarista di certa sinistra, preoccupata dalle pose machiste e intimorita dal clichè della crocerossina. Soprattutto, questa critica andrebbe fatta sempre per essere coerente, ma il problema è proprio questo: abbiamo scambiato degli opinionisti – anche di bassa caratura – per un’intellighenzia politica a tutti gli effetti. Chi si è apprestato a rilanciare questo post – che una mente lucida avrebbe tentato di stoppare – da Saviano in poi (ovvio!), ha dimostrato che le regole dell’analfabetismo vigono in maniera trasversale ma nel campo della sinistra aggiunge alla stupidità il fanatismo per un mix letale.
Stupidità
Le reazioni più strambe ovviamente sono sempre quella della destra: da Crosetto, rapido a ripudiare l’appartenenza dello storico reparto alle file della Repubblica Sociale Italiana, come se si potesse cancellarne la storia, a quelle più becere che tutti conosciamo. Sarebbe ora di dire la verità: la storia d’Italia non inizia l’8 settembre 1943, e soprattutto, l’antifascismo è solo l’ultima parentesi di una guerra iniziata nel 1940. Dovremmo tutti smettere di usare i partigiani come spartiacque della storia: la Decima c’era prima e non ha nulla da farsi scusare, dal momento che perfino i suoi nemici ne hanno riconosciuto il valore. I nemici veri, quelli affrontati sul campo.
Sergio Filacchioni
2 comments
Cattiva maestra fino alla fine.
La Murgia è sempre stata una fanatica paranoica, bisogna capire che psicologicamente deve essere molto squilibrata vista la situazione in cui si trova attualmente con la sua malattia incurabile e secondo lei ha solo pochi mesi di vita. Facciamole vivere le sue ultime battaglie a suo piacimento semplicemente ignorandola. Mi preoccupano di più le dichiarazioni di De Benedetti secondo cui l’Italia avrà presto un governo tecnico. È chiaro che gli usurai della sua setta satanica stanno facendo di tutto per metterlo in piedi e come sempre ci riusciranno, per governare a controllo remoto.