Palermo, 15 gen – E per un punto Martin Nello perse la cappa, tranne ritrovarla in men che non si dica. Questo, in estrema sintesi, quanto è successo negli ultimi giorni a Palermo, a seguito del voto per nominare i tre grandi elettori che andranno a Roma ad eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Dopo aver dichiarato di voler azzerare la giunta, il presidente siciliano Nello Musumeci ha fatto dietrofront, o meglio ha posticipato l’eventuale provvedimento solo ad approvazione avvenuta dell’esercizio provvisorio. Atto calendarizzato per la discussione in Aula martedì prossimo, 18 gennaio.
Musumeci attacca, ma è in grossa difficoltà
Sta di fatto che il prossimo autunno i siciliani dovranno esprimersi proprio sui rappresentanti regionali, e su chi dovrà guidare l’Isola dal 2022 al 2027. E i 7 voti della maggioranza che sono venuti a mancare a Musumeci, che comunque da terzo classificato andrà ugualmente a Roma (primo Miccichè, Presidente dell’ARS, con 44 preferenze, secondo Di Paola, capogruppo M5S, con 33) non sono trascurabili. Perché rappresentano un evidente scollamento tra il presidente della Regione Sicilia e la sua maggioranza in Aula.
In tutto 70 i votanti, 3 assenti, nessuna scheda nulla. A far di conto ci vuole un attimo. Chi, dunque, non ha rispettato le alleanze e i patti? Il voto segreto mantiene l’anonimato ma Musumeci, subito dopo il voto, con le sue dichiarazioni fa intendere che ne conosce l’identità: “Non posso non prendere atto dell’esito del voto espresso dall’Aula e del suo significato politico. Se qualche deputato – vile e pavido – si fosse illuso, con la complicità del voto segreto, di aver fatto un dispetto alla mia persona, si dovrà ricredere. Perché il voto di questo pomeriggio – per la gravità del contesto generale – costituisce solo una offesa alle Istituzioni regionali, a prescindere da chi le rappresenta. Nella consapevolezza di avere ottenuto la fiducia del popolo siciliano, adotterò le decisioni che riterrò più giuste e le renderò note entro le prossime ventiquattr’ore”.
Così il centrodestra scricchiola in Sicilia
Ma il Presidente è un fiume in piena e al Tg3 regionale aggiunge: “Sono deputati che mi hanno fatto richieste irricevibili a cui ho detto di no, o deputati con i quali, per una questione di ‘igiene’, non ho voluto mai avere rapporti”. Parole di una gravità assoluta che aprono una crisi proprio nella maggioranza di centrodestra che l’azzeramento della giunta, comunque ancora in vigore come ipotesi, potrebbe non risolvere del tutto. Naturalmente non mancano le critiche, condite da toni ironici, da parte delle opposizioni. Mentre CasaPound Italia ha diramato una nota con la quale chiede immediata chiarezza al presidente Musumeci in merito proprio alle accuse da lui mosse a questi deputati dei quali, viste le parole pronunciate, conosce l’identità e le intenzioni. Il momento storico non necessita di beghe e ricatti politici. I siciliani attendono.
Emanuela Volcan
2 comments
Povera Sicilia, tra Alleati e Droga non si comprende più chi la ha fatta peggio. P.Buttafuoco non ha nulla da dire in merito ?!
Musumeci indubbiamente è il migliore presidente che questa martoriata isola abbia mai avuto. Paga lo scotto di non baciare le terga di nessuno e di avere un solo obiettivo, quello di salvare e far progredire questa terra ricca di belle città, circondata da un mare bellissimo ma incapace di esprimere una classe politica votata al solo interesse dei siciliani…. Musumeci è un uomo, circondato da pochi uomini, tanti mezzi uomini e tantissimi uominicchi e quaquaraqua…
Che il buon Dio lo protegga!