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Patto Onu immigrazione: ecco che cos’è e perché non piace a Trump e Orbán

by Valerio Benedetti
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Roma, 1° nov – In Italia se ne sta parlando pochissimo, mentre all’estero è già da tempo al centro del dibattito politico. Stiamo parlando del Patto Onu sull’immigrazione. Di che cosa si tratta? La sua denominazione completa è «Global Compact for safe, orderly and regular migration» (abbreviato in Gcm), ossia «Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare». L’accordo è noto anche come «Dichiarazione di New York», poiché i 193 membri dell’Assemblea generale Onu avevano approvato all’unanimità il documento il 19 settembre 2016 proprio nella Grande Mela. Promotore dell’intesa era stato l’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
Il Patto Onu sull’immigrazione è articolato in 23 obiettivi e 54 punti per un totale di 34 pagine, e dovrebbe entrare in vigore a dicembre con la firma prevista al summit di Marrakech, in Marocco. L’accordo prevede una gestione globale e concertata dei flussi migratori e mira al rafforzamento dei diritti dei «migranti». Intriso di retorica umanitaria, garantisce che la firma del documento non andrà a ledere in alcun modo la sovranità degli Stati aderenti. A che pro, tuttavia, siglare un’intesa di intenti, non vincolante ai sensi del diritto internazionale? Al Palazzo di Vetro hanno forse tempo da perdere per dedicarsi ad esercitazioni retoriche?
Ovviamente non è così, e non pochi intravedono nel Patto Onu sull’immigrazione un cavallo di Troia per nuove limitazioni agli Stati sovrani e per l’allentamento di un controllo ferreo dell’immigrazione irregolare. Del resto, basta leggere i princìpi che animano il documento: viene ad esempio affermato che «le migrazioni hanno sempre fatto parte dell’esperienza umana nel corso della storia, e le valutiamo pertanto come una fonte di prosperità, innovazione e sviluppo sostenibile nel nostro mondo globalizzato». In sostanza, si parla di un vero e proprio «diritto alla migrazione», che deve essere sostenuto da tutti i Paesi membri dell’Onu. Ma nel documento si dice anche che «dobbiamo fornire a tutti i nostri cittadini l’accesso a informazioni obiettive, chiare e corroborate dai fatti sui vantaggi e le sfide delle migrazioni, al fine di combattere narrazioni fuorvianti che generano percezioni negative dei migranti». In pratica, dietro alle belle parole sulla lotta al razzismo e alla xenofobia, si celano come sempre obiettivi propagandistici e di indottrinamento, nonché allusioni a provvedimenti liberticidi. Stiamo parlando, d’altronde, della stessa Onu che fa campagne immigrazioniste e pro-Ong, e che recentemente ci ha inviato i suoi ispettori per valutare il grado di razzismo degli italiani.
Non è un caso che Trump si sia sfilato dal Patto Onu sull’immigrazione già nel dicembre scorso. L’ambasciatore americano permanente all’Onu, Nikki Haley, aveva infatti dichiarato a suo tempo: «La dichiarazione contiene disposizioni che non sono in linea con le politiche americane. Per questo il presidente Trump ha deciso che gli Stati Uniti metteranno fine alla loro partecipazione al processo». Insomma, le politiche migratorie americane le decidono gli americani, e non altri. Dopo Trump è stata la volta dell’Ungheria di Orbán. Queste le parole pronunciate dal ministro degli Esteri magiaro Peter Szijjarto nel luglio scorso: «Le Nazioni Unite ritengono che l’immigrazione sia un diritto fondamentale, ma per l’Ungheria è una minaccia mondiale, specialmente per l’Europa». Stesso discorso per Sebastian Kurz, che ha annunciato ieri che l’Austria non firmerà l’accordo: «Migrare non è un diritto fondamentale», ha detto il giovane primo ministro, specificando che il patto, così concepito, «limita la sovranità del nostro Paese».
I timori dei politici sovranisti sono stati ben espressi anche dalla tedesca Alice Weidel, una dei leader dell’Afd, che così ha commentato la decisione del premier austriaco: «Anche la Germania non aderisca, il Global Compact apre la strada a milioni di migranti africani e legalizza l’immigrazione irregolare». Il Patto Onu, infatti, prevede agevolazioni per regolarizzare gli immigrati clandestini e si impegna ad assicurare loro «condizioni di lavoro decenti». In buona sostanza, dovremmo tutti impegnarci ad accogliere chicchessia all’interno dei nostri confini e a garantirgli addirittura un lavoro ben retribuito. Dietro il paravento dei diritti civili, insomma, qui si sta preparando una vera invasione con tutti i crismi dell’ufficialità. È dunque ora che anche i politici italiani inizino a occuparsi della questione. Ed è quanto mai urgente che il governo gialloverde, se veramente è sovranista come afferma di essere, si affretti a ritirare il suo consenso.
Valerio Benedetti

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9 comments

Fabrizio 1 Novembre 2018 - 1:10

Ero giallo, ora sono verde ma diverro’ sicuramente ….nero (di rabbia) se l’Italia dovesse aderire al Global Compact.

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Bracco 1 Novembre 2018 - 4:11

Si vuole creare una cornucopia degli Stati Uniti.Una società intrisa di estremo individualismo ove un ambiente lavorativo è composto da gente di tutte le origini che si odia a vicenda.

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Cesare 1 Novembre 2018 - 9:16

Oramai è chiarissimo che l’ONU è in mano alla dittatura finanziaria oligarchica globalista che vuole l’abbattimento degli stati per poter fare i loro porci comodi.Vogliono comperarsi ogni bene in ogni paese con le loro banche centrali private e banche private che creano soldi loro a costo zero che gli servono per schiavizzare le popolazioni.Inoltre promuovono la indeterminatezza sessuale con gay, trans e lgbt affinche oltre alle identità nazionali, religiose e familiari, le persone perdano anche la piu’ importante delle identità; quella sessuale.Infatti noi ad un anno non sappiamo il nostro cognome nè nazionalità o religione ma sappiamo se siamo maschietti o femminucce.Togliere ogni identità alle persone serve ai plutocrati per controllare ogni individuo sin dalla nascita e deciderne il destino.Il mondo intero si deve ribellare a questi poteri occulti oligarchici in maniera massiccia e senza sconti altrimenti la loro follia di potere ci porterà ad un mondo disumano e schiavizzato

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robyt 11 Novembre 2018 - 10:51

Il patto è stato GIA’ FIRMATO anche dall’Italia a settembre 2017, assieme ad altri 193 paesi. Il patto delle migrazioni dell’ONU entrerà in vigore a dicembre di quest’anno. Quindi se non ci si ritirà prima… In ogni caso, il patto, come quasi tutti i patti delle nazione (dis)unite non è vincolante, quindi anche il ritiro di kurz, trump etc, è una mossa puramente simbolica.

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Gaetano 12 Novembre 2018 - 6:11

Sarebbe un paradosso se L italua lo firma…
Ed e una vergogna che quasi tutta Europa lo firma quando in pratica ci hanno lasciati soli coi problemi degli sbarchi.
Il fatto che in italia non se ne parla non mi piace..
Sveglistevi orima che sia troppo tardi

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