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Renzi contro Conte, ovvero l’apoteosi del teatrino dell’assurdo

by Tommaso Alessandro De Filippo
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renzi conte

Roma, 9 gen – Assistiamo all’ennesimo capitolo della telenovela Renzi-Conte. Continui ultimatum, minacce e tregue occupano l’agorà politica sin dall’immediata formazione dell’esecutivo giallofucsia.

Superando le sterili polemiche di parte, contornate dall’opprimente clima da stadio che contraddistingue da tempo la politica italiana, appare utile esaminare nel merito i danni generati dalla totale perdita del senso delle istituzioni. La devastante pandemia ha fornito allettanti alibi alle forze politiche per omettere le proprie responsabilità. Rifugiandosi nella scusante dell’unità da ritrovare, delle critiche da evitare per rispetto della problematica e delle istituzioni (parlamento in primis) da poter surclassare.

Renzi contro Conte: un teatrino dell’assurdo

Il leader di Italia Viva, dopo mesi di complice silenzio ed accondiscendenza verso norme folli, ha posto interrogativi al premier in merito all’utilizzo di modalità politiche che ledono all’essenza della democrazia ed all’immagine delle istituzioni. Pochi investimenti su infrastrutture, sanità, nuove generazioni e cultura, oltre all’utilizzo di tecnici per la spesa dei fondi europei. Critiche di Renzi e Conte ed al governo che appaiono condivisibili.

Tuttavia, la giusta critica per i pochi soldi spesi in sanità appare inutile e dannosa se finalizzata alla richiesta di accesso al Mes sanitario. Eventualità che in breve tempo tramuterebbe la nostra nazione in totale colonia di Bruxelles. Anche il tema più controverso dei tecnici, sul quale Renzi ha agitato maggiormente lo “spettro” della crisi, è di difficile comprensione logica. Ritenere che tecnici e task force non debbano sostituire mai la politica è condivisibile. La critica assume però toni demagogici poiché la proposta delle task force arriva dall’Ue, matrigna di questo governo, considerata finalmente solidale. Anche l’invocazione quasi religiosa di Mario Draghi, tra i presenti sul panfilo Britannia che nel 1992 radunò i “rottamatori” della nostra industria, spianando di fatto la strada alle privatizzazioni selvagge italiane, mal si concilia con la richiesta di avere meno tecnici delegati a scelte che spetterebbero alla politica.

Le istituzioni, parlamento in primis, sono sostituite da Dpcm, conferenze stampa e teatrini vari che dimostrano come il senso delle istituzioni sia valore ritrovabile soltanto nei libri di storia politica. Una situazione drammatica come quella attuale imporrebbe la comprensione di quanto siano importanti le competenze e le responsabilità. Le uniche critiche in merito sono invece quelle avanzate da Renzi a Conte. Quando il primo ha già dimostrato di essere ampiamente inaffidabile e probabilmente ora portavoce solo di ordini e desideri di élite estere.

Tommaso Alessandro De Filippo

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1 commento

Fabio Crociato 9 Gennaio 2021 - 1:11

Belle queste foto che riportate con gli indegni sempre con le dita puntate contro qualcuno o qualcosa. Ha un significato ben preciso, persone semplicemente cattive! Che quindi non si possono assolutamente accarezzare. Altri provvedimenti vanno presi!

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