Roma, 30 lug – Sì allo scostamento di bilancio per 25 miliardi chiesto da Giuseppe Conte. Il provvedimento passa al Senato con 170 sì, 4 contrari, 133 astenuti. E via libera anche alla Camera con 326 voti a favore, un voto contrario e 222 astenuti. Come è noto, era richiesta la maggioranza assoluta. Alla fine quindi il centrodestra si è astenuto. “Maggioranza al Senato? E’ andata bene, è andata bene”, commenta soddisfatto il premier. “La maggioranza è forte“, ha aggiunto Conte. “Oggi è stato votato lo scostamento di bilancio e credo che la maggioranza abbia dato una prova della sua forza”. In effetti al Senato la maggioranza non aveva i numeri (servivano 160 voti) ma alla fine ha incassato 10 voti in più della soglia minima. I voti extra incassati dai giallofucsia al Senato arrivano da 8 senatori del Misto, 5 ex pentastellati, l’ex Forza Italia Sandra Lonardo (moglie di Clemente Mastella) appena passata al Misto e i senatori a vita Monti e Cattaneo, a cui si aggiungono l’indipendente di sinistra Sandro Ruotolo e i due esponenti del Maie-Italiani all’estero.
Via libera anche al Piano nazionale di riforma
Durante le dichiarazioni di voto, il senatore leghista Massimiliano Romeo aveva sottolineato: “Il governo ha dato parere contrario alla risoluzione che conteneva le nostre proposte. La maggioranza vuole fare da sola, lo scostamento ve lo votate da soli. Certo, ci asterremo”. Per quanto riguarda il Piano nazionale di riforma, aveva aggiunto Romeo, “il nostro voto sarà contrario”. Con 169 voti favorevoli e 137 voti contrari il Senato infatti ha approvato la risoluzione di maggioranza sul Pnr 2020. Nelle dichiarazioni di voto, infatti, i partiti di opposizione avevano annunciato il loro “no”. Nessun astenuto. Il Piano passa anche alla Camera, con 324 voti favorevoli e 220 contrari.
Nella risoluzione spunta anche il Mes (pure se non viene nominato)
Ma la forza della maggioranza tanto incensata da Conte è più che mai effimera. Il testo della risoluzione approvata dai giallofucsia infatti semina il panico tra i 5 Stelle, perché a leggere tra le righe spalanca le porte al Mes, il prestito Ue per le spese sanitarie della pandemia. Infatti nel testo, firmato da tutti i capigruppo al Senato della maggioranza, si impegna il governo “a prevedere l’utilizzo, sulla base dell’interesse generale del Paese e dell’analisi dell’effettivo fabbisogno, degli strumenti già resi disponibili dall’Unione europea per fronteggiare l’emergenza sanitaria e socio-economica in atto“. Nel pacchetto sottoposto alla valutazione, dunque, ci sono sì Recovery fund e Sure. Ma il ricorso al Mes (per le spese sanitarie) non è affatto negato, anzi. Sarà sottoposto, come gli altri strumenti Ue, a una valutazione di necessità e impatto che dovrà essere fatta anche in un “costante rapporto di informazione e condivisione delle scelte con il Parlamento”.
Grillini nel panico
“Se le parole hanno ancora un senso“, fa presente Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia, “significa che la maggioranza sta chiedendo al governo di usare subito i fondi del Mes. Sarebbe una novità politica di non poco conto. Ma i 5 Stelle hanno letto il testo?“. Una punzecchiatura, quella della Bernini, che ha scatenato il panico tra i parlamentari grillini. Come riporta l’AdnKronos, un parlamentare alla Camera si sfoga in chat: “Sono riusciti a fregarci al Senato con questa risoluzione, infilando il Mes senza mai citarlo. Conte e Pd hanno portato a casa la loro operazione e in questo modo il Mes non dovrà essere più votato in Parlamento. Oggi è la grande debacle del Movimento. Abbiamo perso sulle presidenze di Commissione e adesso stiamo ingoiando anche il Mes. Una gestione dei vertici totalmente fallimentare…”. Il senatore Mattia Crucioli, che ieri ha votato contro la proroga dello stato di emergenza in dissenso dal resto dei 5 Stelle, invece precisa che “non c’è alcuna apertura preventiva al Mes. Occorrerà verificare, caso per caso, ciascuno degli strumenti che l’Italia ha la facoltà di utilizzare – spiega sempre all’AdnKronos -. Qualora ci siano condizioni non cristalline o non convenienti, non approverò tali strumenti, comunque essi verranno chiamati”. Ma dal canto suo, il Pd torna alla carica con il segretario Zingaretti che ribadisce che i soldi del Mes servono e subito per la sanità. Riparte il pressing anche da parte dei renziani di Italia Viva. Insomma, i 5 Stelle sono di nuovo nell’angolo e la trappola Ue con cui l’Italia sarà commissariata è sempre più vicina. Anche perché lo stesso Conte nei giorni scorsi ha detto che il ricorso al Fondo salva Stati sarebbe stato preso in considerazione in caso di problemi di liquidità di cassa.
Adolfo Spezzaferro