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Meloni, Mattarella, e una riforma della Giustizia che potrebbe arenarsi in ogni momento: ecco perché

by Alberto Celletti
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Roma, 14 lug – Giorgia Meloni e Sergio Mattarella faccia a faccia, per un incontro durato più di un ora ieri al colle. Il presidente del Consiglio ha fatto presente al presidente della Repubblica quale sia l’azione più urgente al momento: quella riforma della Giustizia che neanche Silvio Berlusconi – un uomo con tutto l’interesse personale alla sua realizzazione – era riuscito ad approntare.

Meloni e Mattarella, il focus sulla Giustizia

Come riporta l’Ansa, i due presidenti si sono concentrati sulla riforma che sta tentando di approntare Carlo Nordio con il suo ddl prossimo a giungere in Parlamento. Un confronto schietto, dicono fonti interne, o quanto meno “senza tensioni”, addirittura definito “cordiale e costruttivo”. Ma sappiamo quanto tutto questo voglia dire molto poco: l’educazione istituzionale, se possiamo chiamarla così, spesso nasconde le reali difficoltà. E quando si parla di “Giustizia” ce ne sono tante, non certo eludibili da un capo dello Stato che è anche presidente del Csm. Il premier ha tenuto il punto sulla riforma, affermando anche la volontà di procedere alla separazione delle carriere. La firma del ddl dovrebbe esserci, ma non è quello il nodo cruciale per smuovere – oseremmo aggiungere, finalmente – qualcosa sul tema. Il vero nodo è capire che, da parte togata, il coltello sia sempre tenuto dalla parte del manico. E che tutto potrebbe sempre arenarsi (come da triste tradizione passata).

Le polemiche dei magistrati possono essere un problema

La storia recente ci racconta di trascorsi che sono molto netti: se la magistratura si mette di traverso, le riforme solitamente si inabissano (e non solo quelle riguardanti la Giustizia). Questo semplicemente perché, fino a “nuovo ordine” (che in questo caso è appunto la riforma), hanno la possibilità di muoversi nei “soliti modi” e dunque bloccare qualsiasi processo politico. Nei giorni scorsi Mattarella ha ricevuto  il primo presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano, oltre al  procuratore Generale della Corte, Luigi Salvato. La tensione nell’ambiente è insomma palpabile, specialmente dopo gli attacchi incrociati tra Meloni e l’Anm dei giorni scorsi, successivi all’imputazione coatta per Andrea Delmastro. Come finirà solo il tempo potrà dircelo, ma diciamo pure che la morte di Berlusconi potrebbe avere un effetto positivo sulla comunicazione politica della riforma in essere.

Alberto Celletti

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1 commento

Giustizia, perché le divisioni tra Nordio e Meloni possono ostacolare la riforma 17 Luglio 2023 - 7:39

[…] lo avevamo detto e lo continuiamo a pensare: la riforma della Giustizia potrebbe arenarsi in qualsiasi momento. Oppure andare avanti, ma in versione castrata. Solo il tempo ci dirà cosa accadrà, ammesso che […]

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