Roma, 26 lug – Il salvatore dell’Ue, l’amico dei mercati, il bravo moderato che ha disinnescato la pericolosa avanzata della Le Pen. Così era stato dipinto Emmanuel Macron dai principali media italiani ed europei quando lo scorso maggio fu eletto Presidente della Repubblica francese. Corali grida di giubilo si udirono al Parlamento italiano. Il premier Gentiloni esultò così su Twitter: “Evviva #Macron Presidente. Una speranza si aggira per l’Europa”. Il ministro degli Esteri (non quello francese) Angelino Alfano rilanciò con maggiore enfasi sempre sul social preferito dai politici: “Emmanuel #Macron ha vinto. Brinda la Francia e chi crede nell’Europa, nel libero mercato, nella solidarietà. Lo aspettiamo a Taormina al #G7”.
La risposta del leader transalpino si è fatta attendere giusto un paio di mesi, prima con la mossa libica che ha scavalcato con una sola sciabolata diplomatica il nostro governo, totalmente allo sbando soprattutto in politica estera. Per affondare poi il colpo, mentre ancora molti media di casa nostra, imperterriti, sminuiscono la portata a nostro danno dell’azione francese in Libia, con lo schiaffo assestato in queste ore a Fincantieri. Il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda se ne era accorto qualche settimana fa, tentando di svegliare dal torpore estivo un governo dedito all’enigmistica da spiaggia: “Tutti applaudiamo alla vittoria di Macron come possibile salva-Europa, ma le sue prime mosse sono state di difendere i cantieri Stx contro l’acquisizione da parte di Fincantieri. Non crediamo che possa essere lui a risolvere i nostri problemi”. Continuando ad esultare per la vittoria di due mesi fa del candidato di En Marche, almeno Calenda era giunto alla conclusione che per l’Italia le prospettive non sono affatto rosee. La conferma è arrivata oggi, con il crollo a Piazza Affari dell’azienda italiana partecipata dallo Stato. Fincantieri aveva infatti acquistato all’asta il controllo dei cantieri Stx sotto la presidenza Hollande arrivando ad un accordo che avrebbe visto alcuni azionisti italiani (della partita anche la Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste) assicurarsi la maggioranza assoluta (66,7%). Il governo Gentiloni ha sempre ritenuto vincolante questo accordo, peccato che una delle prime mosse da presidente di Macron sia stata proprio la richiesta di ridiscutere questa intesa.
“Cantieri di Saint Nazaire: l’ultimatum dell’Eliseo all’Italia”, così titola oggi Le Monde un articolo in cui ventila la possibilità che Parigi possa far valere il suo diritto di prelazione nazionalizzando l’impresa francese. Il governo Macron ha chiesto negli ultimi giorni un controllo paritario al 50% di Stx, proponendo di allargare la collaborazione anche nel settore militare della cantieristica. Sta di fatto che per Fincantieri, e di conseguenza per l’Italia, si tratta di uno smacco e di un eventuale scippo di quote già assicurate sotto il governo Hollande. “Siamo italiani ed europei ma non possiamo accettare di essere trattati meno dei coreani”, ha commentato stamani Giuseppe Bono, ad di Fincantieri. Il problema di fondo è che l’amico dell’Europa e dei mercati, ha già iniziato a fare, legittimamente, gli interessi della Francia. Mentre il nostro governo, stranamente, fa tutto tranne che gli interessi dell’Italia.
Eugenio Palazzini
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