Roma, 12 mag – Accoglienza e natalità vanno insieme. Ovviamente, accoglienza vuol dire immigrazione, e altrettanto ovviamente l’opinione è di Papa Francesco, il quale non manca di rimarcare la vena immigrazionista della Chiesa dell’ultimo decennio, nel corso dell’incontro con il premier Giorgia Meloni.

Accoglienza di clandestini e natalità vanno insieme per Bergoglio

Accoglienza e natalità insieme, dice il Papa. Anzi, “non vanno mai contrapposte perché sono due facce della stessa medaglia, ci rivelano quanta felicità c’è nella società”, dice il Pontefice nel suo intervento agli Stati Generali della Natalità, in un certo senso assecondando le contraddizioni di un governo che davvero fa muovere le due cose insieme, in maniera implausibile, chiedendo da un lato centinaia di migliaia di immigrati regolari e dall’alto denunciando la futura scomparsa del popolo italiano.

Integrazione ad ogni costo, anche contro la natura umana

Quello che accade da decenni in Francia, Regno Unito, Belgio, Svezia, non insegna nulla. Si continua a insistere con ossessione sul concetto di integrazione tra popoli che – come è giusto e naturale che sia – non hanno alcuna intenzione di integrarsi. Dimostrando di disprezzarne le radici, le identità, le culture, qualunque esse siano. Uno stupro dell’umanità. Ma Bergoglio insiste dando forza a quello che è sempre un mantra del suo pontificato: “Una comunità felice sviluppa naturalmente i desideri di generare e di integrare, di accogliere, mentre una società infelice si riduce a una somma di individui che cercano di difendere a tutti i costi quello che hanno”. Magari una società “felice” (ammesso che possa esistere esposta in modo così infantile) potrebbe essere una società fatta di popoli che si rispettano e dialogano reciprocamente nelle loro differenze legittime e umane, caro Bergoglio. Dove gli ospiti stranieri siano graditi e ben ricevuti, esattamente come quando si va in terra straniera. Mantenendo la splendida profondità dell’essere umano e non appiattendolo distruggendo ogni differenza. No?

Stelio Fergola

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