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L’allarmismo del Gimbe: “Regioni cambiano colore troppo presto, miglioramenti non sono reali”

by Adolfo Spezzaferro
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colore regioni gimbe

Roma, 3 dic – La Fondazione Gimbe ammette il calo dei contagi ma lancia l’allarme: le regioni cambiano colore troppo presto. Ne è convinto il presidente Nino Cartabellotta. “Chiediamo di rivedere le tempistiche per ridurre l’intensità del colore delle Regioni. I dati confermano infatti che due settimane di ‘osservazione’ sono insufficienti per valutare un miglioramento tangibile sulla curva dei contagi e, soprattutto, sui tassi di ospedalizzazione”, avverte il medico.

“Italia tutta gialla non è una strategia di controllo dell’epidemia”

Ecco perché Cartabellotta critica il governo giallofucsia: “L’ipotesi di un ‘Italia tutta gialla’ in tempi brevi è più un desiderata della politica che una strategia di controllo dell’epidemia“. In sostanza, due settimane di controllo non sono sufficienti per limitare davvero la diffusione della pandemia, ma solo a fare scendere l’indice Rt. Ecco perché il colore delle regioni cambia troppo presto, secondo il numero uno del Gimbe.

Curva contagi mostra segnali di rallentamento

Il rapporto settimanale della Gimbe comunque conferma il calo della curva epidemica. La curva dei contagi da coronavirus mostra, nella settimana dal 25 novembre al primo dicembre, “timidi segnali di rallentamento“, ma i numeri sono ancora molto elevati, avverte la fondazione. Gli esperti ribadiscono che “è evidente che sull’allentamento delle misure del 29 novembre, deciso sulla base dei criteri del Dpcm del novembre, pesa di fatto solo la riduzione dell’indice Rt, visto che tutti gli altri indicatori sono peggiorati rispetto al 6 novembre, tranne rare eccezioni”.

Gimbe chiede al governo linea del rigore per Natale

Pertanto la Gimbe chiede la linea dura per le vacanze di Natale. “A poche ore dalla firma del nuovo Dpcm – spiega Cartabellotta – che dovrebbe guidare i nostri comportamenti sino alla fine delle festività natalizie, chiediamo al governo di mantenere la linea del rigore, al fine di evitare una nuova inversione della curva del contagio ed aumentare la pressione, già intensa, sugli ospedali dove i professionisti sanitari sono al limite dello stremo”.

Per Gimbe cambio colore regioni non è attendibile

In generale, il metodo di assegnazione del colore delle regioni presenta molte criticità, rileva il numero uno del Gimbe. “L’entità del miglioramento di alcuni parametri è sovrastimata sia da ritardi di notifica e completezza dei dati comunicati dalle Regioni, sia da alcuni fattori di non sempre chiara interpretazione. Diminuzione dei casi testati e limitata esecuzione del tampone nei contatti di positivi, con conseguente riduzione dell’incidenza di nuovi casi”, fa presente il medico. Ma anche “ritardo di comunicazione delle date di diagnosi, prelievo e inizio sintomi, che abbassano il valore dell’indice Rt. Conversione di posti letto di area medica destinati a pazienti affetti da altre patologie, con conseguente riduzione del tasso di occupazione ospedaliera”. Insomma, per la Gimbe la zona gialla è una pericolosa illusione.

Adolfo Spezzaferro

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1 commento

Pro Memoria 3 Dicembre 2020 - 11:56

Ma qualcuno a provato a fare la stessa analisi per l’Italia? https://www.pro-memoria.info/uno-sguardo-piu-da-vicino-alle-morti-negli-stati-uniti-a-causa-di-covid-19/

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