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“Arrestatemi pure”: J. K. Rowling sfida la nuova legge che vieta di criticare i trans

by Michele Iozzino
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Roma, 2 apr – “La libertà di parola e di credo finirà in Scozia se la descrizione accurata del sesso biologico sarà ritenuta criminale”, J. K. Rowling si scaglia contro la nuova e controversa legge scozzese sui crimini d’odio entrata in vigore ieri. Secondo l’autrice di Harry Potter la nuova legge non protegge le donne e favorisce al contrario gli uomini trans. Dello stesso avviso anche il primo ministro britannico Rishi Sunak per il quale il provvedimento rappresenta un rischio per la libertà di parola.

La nuova legge scozzese sui crimini d’odio

La legge – che si intitola Scottish Hate Crime Act – prevede pene fino a sette anni di carcere e introduce un nuovo reato di “istigazione all’odio” dai contorni piuttosto vaghi. ovvero comunicare o comportarsi in un modo che “una persona ragionevole considererebbe minaccioso, offensivo o ingiurioso”. Le categorie tutelate dalla legge includono età, disabilità, religione, orientamento sessuale e identità transgender. Mentre l’odio razziale è stato omesso in quanto già coperto da una legge risalente al 1986. Vista l’ampiezza della definizione di “istigazione all’odio”, potrebbe essere considerate tale anche il semplice misgendering, in altre parole il riferirsi ad un persona con pronomi diversi da quelli del genere in cui si identifica.

La galleria (degli orrori) di chi beneficerebbe della legge

La Rowling nota come “le donne non ottengono ovviamente alcuna protezione aggiuntiva”, mentre al contrario “la nota attivista trans Beth Douglas, beniamina di importanti politici scozzesi, rientra in una categoria protetta”. Quest’ultima è famosa per alcuni post in cui si ritraeva armata di asce e coltelli e minacciava: “Ho sentito che odiate le donne trans”. Sui propri social la Rowling continua il discorso offrendo una galleria (degli orrori) di personaggi che beneficerebbero della nuova legge, il tutto declinato con un’ironia più che amara. Troviamo così: “L’adorabile ragazza scozzese e doppia stupratrice Isla Bryson” che “ha trovato la sua vera identità femminile poco prima della condanna. Il misgendering è odio, quindi rispetta i pronomi di Isla, per favore”. Oppure, “La donna e macellaia scozzese Amy George ha rapito una bambina di 11 anni mentre indossava abiti femminili. Non ho idea del perché questo sia stato menzionato in tribunale: ovviamente indossava abiti da donna, è una donna!”. O ancora, “Mridul Wadhwa, capo di un centro scozzese contro gli stupri, dice che ‘la violenza sessuale capita anche tra i bigotti’. Non ha un certificato di riconoscimento del genere, ma è stata comunque nominata per un lavoro pubblicizzato solo per donne”. E questo è solo un assaggio.

Le ragioni della Rowling

La Rowling che nel citare i vari esempi aveva usato i pronomi politicamente corretti conclude: “Pesce d’aprile” – i post sono di ieri – “Stavo solo scherzando. Ovviamente, le persone menzionate nei tweet sopra non sono affatto donne, ma uomini, fino all’ultimo”. Da cui il tono cambia e passa ad analizzare la situazione, accusando i fautori della legge di “aver attribuito un valore maggiore ai sentimenti degli uomini che mettono in pratica la loro idea di femminilità, per quanto misogina o opportunistica, rispetto ai diritti e alle libertà delle donne e delle ragazze reali”. Una normativa che ritiene “ampiamente esposta agli abusi degli attivisti” che in nome di “un concetto neoreligioso di genere” di fatto discriminano le donne e censurano ogni voce contraria, desiderano mettere a tacere “quelli di noi che parlano dei pericoli derivanti dall’eliminazione degli spazi per lo stesso sesso delle donne e delle ragazze, dell’assurdità dei dati sulla criminalità se le aggressioni violente e sessuali commesse da uomini vengono registrate come crimini femminili, la grottesca ingiustizia di consentire agli uomini di competere negli sport femminili, l’ingiustizia del lavoro femminile, gli onori e le opportunità sottratti da uomini transidentificati e la realtà e l’immutabilità del sesso biologico”.

Sunak: “Le persone non dovrebbero essere criminalizzate per aver affermato semplici fatti di biologia”

Vivendo a Edimburgo la Rowling subisce direttamente gli effetti della nuova legge, che sfida apertamente: “Attualmente sono fuori dal paese, ma se quello che ho scritto qui si qualifica come un reato secondo i termini della nuova legge, non vedo l’ora di essere arrestata quando tornerò nella culla dell’Illuminismo scozzese”. La posizione della Rowling è stata difesa anche dall’attuale primo ministro del Regno Unito Sunak, che ha affermato: “Le persone non dovrebbero essere criminalizzate per aver affermato semplici fatti di biologia”. Per poi aggiungere, “Crediamo nella libertà di parola in questo Paese e i conservatori la proteggeranno sempre”.

Michele Iozzino

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