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Arriva (finalmente) un bonus benzina, ma solo con la social card: e non basta

by La Redazione
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Bonus benzina

Roma, 22 sett – Finalmente torna un minimo di bonus benzina, che però inciderà poco o nulla sull’influenza strategica pazzesca che proprio il carburante esercita sul paniere dei prezzi e sulle difficoltà dell’economia in generale. Questo perché destinato a una sola frangia di cittadini, e non la maggior parte, sebbene tutti concordano che sia esattamente la fascia da cui partire: quella dai redditi più in difficoltà.

Bonus benzina sì, ma solo con la social card

Come riporta Tgcom24, il Dl energia verrà fuori dal Cdm previsto il 25 settembre. Da esso “rinascerà” una forma di bonus benzina molto meno estesa di quello che era avvenuto con il governo di Mario Draghi (il quale era già di per sé un’elemosina), in quanto concentrato esclusivamente sui detentori della social card, ovvero i nuclei con Isee fino 15mila euro. La stessa social card subirà un aumento di investimento dai 500 milioni di euro attuali ai 600, allo scopo di “sostenere il potere d’acquisto dei nuclei familiari meno abbienti, anche a seguito dell’incremento del costo del carburante”. Il bonus benzina caricato sulla social card “Dedicata a te”, aggiungendosi al contributo di 380 euro per l’acquisto di generi alimentari di prima necessità per  circa 1,3 milioni di famiglie.

Perché non basta

Similmente alla social card medesima, il provvedimento ha una sua indubbia utilità rispetto al nulla, ma rimane ciò che – da anni – rappresenta qualsiasi tipo di bonus o di sostegno a famiglie e lavoratori: una toppa. Troppo poco, per i pochi che beneficeranno, pochissimo per rilanciare seriamente il potere d’acquisto e i consumi della società in generale. Serviverebbero ben altre risorse per sostenere in modo ben più ampio le famiglie povere e anche una classe media sempre più in difficoltà, da anni, ampliando decisamente la schiera dei soggetti da rassicurare. Anche perché con queste cifre non si rassicurano neanche i più poveri. Ma sappiamo bene qual è il problema.

Alberto Celletti

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