Tra due anni non dovremo più esporre il contrassegno dell’Rc auto sul parabrezza del nostro veicolo. È quanto emerge dalla norma attuativa del decreto del ministero dello Sviluppo economico n.110 del 9 agosto, pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale che entrerà in vigore il 18 ottobre prossimo. A partire da allora, entro due anni i contrassegni dovranno sparire da tutti i parabrezza. Tutte le informazioni relative ai veicoli saranno contenute in una banca dati on-line immediatamente consultabile dalle forze di polizia. La norma ha lo scopo di contrastare i contraffattori e consentire un controllo in tempo reale.
Sicurezza e immediatezza non serviranno però a far scendere i prezzi delle assicurazioni che per molte famiglie rappresentano una spesa ingente ogni anno. “Le famiglie italiane pagano per le polizze obbligatorie 13 miliardi, con un’incidenza media sul reddito del 2%, ma superiore al 6% per quelle meno agiate” spiega il presidente dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) Salvatore Rossi. Inoltre le assicurazioni italiane sono tra le più care d’Europa. “E’ noto l’amplissimo divario tra i livelli tariffari prevalenti in Italia e in altri paesi europei” ha dichiarato Rossi nello scorso Giugno. “Il fenomeno – sottolinea – sta assumendo una connotazione di ingiustizia grave nella fase di difficoltà in cui molte famiglie italiane versano per effetto della crisi che investe il Paese. Ne e’ un pericoloso segnale anche il numero crescente di veicoli che circolano sprovvisti di assicurazione”.
La verità è che sarà impossibile sciogliere il nodo di Gordio finché non si ovvierà a un controsenso: è incoerente che lo stato, cioè il pubblico, obblighi per legge un cittadino a stipulare un contratto con un privato che, per definizione, non può avere tra le sue priorità l’interesse collettivo. Da un reportage dell’Adiconsum dello scorso dicembre, ad esempio, è emerso che “in 19 città si paga non meno di 800 euro” e che “l’indagine ha permesso di sfatare un mito: cade l’alibi delle assicurazioni, che con la scusa della frequenza dei sinistri, non vogliono sentir parlare di abbassare i massimali: la frequenza degli incidenti vede al primo posto Lombardia, seguita da Lazio e Piemonte, mentre Campania, Calabria e Puglia presentano le offerte medie più alte.”
Se fosse lo stato a fornire i servizi assicurativi, nazionalizzando l’intero settore Rc auto, i costi delle assicurazioni graverebbero meno non solo sui bilanci delle famiglie e ma anche su quelli degli imprenditori italiani già troppo vessati rispetto ai loro concorrenti europei.
Michael Mocci