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“Bastardo fascista, ti spacco”. Minacciato ex consigliere che volle una lapide per la Ghersi

by Cristina Gauri
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Savona, 25 giu – Non c’è pace per la memoria di Giuseppina Ghersi e per chi cerca di difenderla. Il teatro della vicenda è, come sempre, Noli Ligure, il paese in provincia di Savona dove da alcuni anni l’ex-consigliere comunale Enrico Pollero conduce una vera e propria battaglia per il diritto alla commemorazione della tredicenne rapita, stuprata, torturata e infine fucilata dai partigiani perché ritenuta una spia dei fascisti.

Battaglia per il ricordo

Dal giorno in cui Pollero ha proposto la deposizione di una targa in ricordo della piccola vittima delle atrocità antifasciste, in paese è stata guerra: dal “no” dell’Anpi e dei suoi infiniti tentativi di mandare a monte il progetto, alla dedica “monca” voluta dal sindaco, per cercare di salvare capra e cavoli, senza alcun riferimento a chi la uccise e torturò (“A tua memoria bambina oggetto di ignobile viltà. In commemorazione di tutte le giovani vittime dell’abiezione umana” ), ai due atti vandalici di cui è stato oggetto la targa nel corso degli anni, è stato un susseguirsi di fatti vergognosi balzati all’onore della cronaca, più che altro locale – la vittima era una fascista, del resto. Non fa notizia.

Bastardo fascista

In tutto questo tempo, come riportato dal Il Giornale in un articolo di Elena Barlozzari, Pollero ha subito stoicamente ogni sorta di minacce e intimidazioni: l’ultima in ordine cronologico, quella di sabato scorso, dove dall’attacco verbale si è quasi passati ai fatti. “Verso sera passeggiavo dalle parti della chiesa di Sant’Anna, quando il gestore di un bar mi ha notato ed ha messo a tutto volume la canzone Bella ciao”, racconta l’uomo, che, senza scomporsi, con tutta la calma del mondo, risponde alla provocazione con un sorriso. Un gesto così pacato e tranquillo da far perdere il lume della ragione al suo opponente, che gli urla: “Vieni nel vicolo che ti spacco, coniglio, bastardo fascista”, uscendo dal bar. “C’è mancato poco che mi mettesse le mani addosso, per fortuna è intervenuto un assessore della giunta attuale e l’ha bloccato”. Polero ha informato la Digos dell’episodio, ma precisa che “Preferisco che se la prendano direttamente con me che con la targa di quella povera bambina”, riferendosi ai due atti vandalici di cui la lapide è stata fatta oggetto in passato. “Mi sono rimboccato le maniche e l’ho riparata a mie spese”, racconta. “Mio padre era un partigiano ed io stesso ho militato nel partito comunista fino a vent’anni, poi ho capito che la democrazia era un’altra cosa, da allora la pacificazione nazionale è sempre stata il faro del mio impegno e non mollo: sogno un 25 aprile che ricordi indistintamente le vittime di ogni colore”.

Storia di Giuseppina

Una descrizione di come la piccola Giuseppina, accusata di essere fascista dai partigiani anche a oltre 70 anni di distanza dal brutale omicidio, è stata scritta da Gianpaolo Pansa ne Il sangue dei vinti: “I rapitori di Giuseppina decisero che lei aveva fatto la spia per i fascisti o per i tedeschi. Le tagliarono i capelli a zero. Le cosparsero la testa di vernice rossa. La condussero al campo di raccolta dei fascisti a Legino, sempre nel comune di Savona. Qui la pestarono e violentarono. Una parente che era riuscita a rintracciarla a Legino la trovò ridotta allo stremo. La ragazzina piangeva. Implorava: Aiutatemi! Mi vogliono uccidere. Non ci fu il tempo di salvarla perché venne presto b, vicino al cimitero di Zinola. Chi ne vide il cadavere, lo trovò in condizioni pietose”.

Cristina Gauri

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2 comments

Jos 25 Giugno 2019 - 2:07

..prendere il coniglio al bar e farlo alla fiamma..

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SergioM 25 Giugno 2019 - 2:52

Avete presente la foto più famosa del martirio della ragazzina ?
Il bello ‘uaglione guardando alla sua dx , pare un attoruccolo di Cinecittà , tutto vezzoso , nessuno di loro ha ricevuto un addestramento militare , gli EROI manco sanno impugnare le armi . (imboscati ?)
La “normalità” nella bestialità …. non paiono neppure feroci , al contrario degli sguardi e del piglio delle SS .
Sembrano picciotti che devono ammazzare comandati dal Boss
( ma allora la mafia NON uccideva donne e bambini … ) .
Se ancora vivi auguro loro
sofferenze infernali , altrimenti ci sta già pensando Satana …..
Ma più schifosi di quei vili sono le BESTIE che oggi rivendicano il diritto a quello scempio !!!!!!
Aspettiamoli nei caruggi col Santo Manganello !
Ma anche no , non riusciremmo ad educare simili asini ….. e mi scuso con gli Asini che non sono così bestie !
Giuseppina RIP .

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