Roma, 9 gen – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto legge con le misure urgenti per il salvataggio pubblico di Banca Carige e ha autorizzato la presentazione del disegno di legge di conversione alle Camere. Fonti del governo riportano che il dl è stato trasmesso alla Camera dei deputati.
Nel dettaglio, sul piatto ci sono fino a cinque miliardi complessivi per il salvataggio di Carige. Il governo istituisce un fondo ad hoc da due miliardi di euro per le operazioni di rafforzamento patrimoniale e fino a tre miliardi – attivabili fino al 30 giugno – sotto forma di garanzie del Tesoro sulle obbligazioni dell’istituto commissariato dalla Bce perché sull’orlo del fallimento.
“Nello stato di previsione del ministero dell’Economia e delle Finanze è istituito un Fondo con una dotazione di 2 miliardi di euro per l’anno 2019, destinato alla copertura degli oneri derivanti dalle operazioni di sottoscrizione e acquisto di azioni effettuate per il rafforzamento patrimoniale”, si legge nella bozza.
Inoltre, per evitare o tamponare una grave perturbazione dell’economia e preservare la stabilità finanziaria, il ministero dell’Economia “è autorizzato, fino al 30 giugno 2019, a concedere la garanzia dello Stato su passività di nuova emissione di Banca Carige” nel rispetto della disciplina Ue in materia di aiuti di Stato, fino a un valore nominale di tre miliardi di euro, si legge sempre nella bozza.
Per il premier Giuseppe Conte, il dl salva Carige varato lunedì “è una misura transitoria ampiamente meditata. Lo Stato ha offerto una garanzia per nuovi bond perché si è creato uno stallo, per traghettare questo momento. È un salvagente temporaneamente offerto ma confidiamo che la Carige possa attraversare questo momento e rilanciare” dice, ospite di Porta a Porta.
“L’intervento – spiega Conte – è per consentire ai commissari straordinari il consolidamento patrimoniale e il rilancio”. E “in questo momento non parliamo di salvataggio di Carige – prosegue – confidiamo che la logica di mercato e che gli azionisti possano ricapitalizzare”.
Anche perché – come ha chiarito il vicepremier Luigi Di Maio – in caso di ricorso ai soldi pubblici, Carige verrebbe nazionalizzata.
“La regola è una – spiega il capo politico del M5S – se lo Stato mette i soldi in una banca, quella banca diventa dello Stato. Lo abbiamo sempre sostenuto. E comunque per ora non ci abbiamo messo un euro. Di certo non la ripuliremo per venderla e non faremo favori a qualche azionista che si è rifiutato di ricapitalizzare”.
L’amministrazione straordinaria è stata decisa dalla Bce (è la prima volta che accade in Italia) dopo che il principale azionista dell’istituto, la famiglia Malacalza, aveva detto no all’aumento di capitale.
Fino a poco tempo fa, la banca genovese era la quinta in Italia. Ora è scesa al decimo posto. Il titolo rimane sospeso dalla Borsa a tempo indeterminato.
Ludovica Colli