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"Con la legge Salvini Gesù non si sarebbe salvato". L'ennesima castroneria di un prete politicizzato

by Ilaria Paoletti
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Pistoia, 19 dic – Il settantunenne parroco di San Piero Agliana (in provincia di Pistoia), don Paolo Tofani, durante un’omelia si è schierato apertamente contro il vice premier Matteo Salvini e le sue politiche di contrasto all’immigrazione clandestina paragonando la fuga della Sacra Famiglia dall’Egitto alle moderne storie dei “migranti”. «La famiglia di Gesù fu costretta, visto l’infanticidio ordinato da Erode, ad emigrare in Egitto, come ci dice il Vangelo. Ma Gesù non sarebbe potuto tornare se ci fosse stata una legge sui migranti come c’è oggi in Italia» queste sarebbero state le parole del prete, riportate anche da Il Tirreno. Sempre durante la predica domenicale, l’uomo di Chiesa avrebbe affermato che “non ha importanza fare il presepe. Se Salvini fosse esistito ai tempi di Cristo, Gesù Bambino sarebbe morto».

Immediata la reazione a queste parole da parte del senatore della Lega Manuel Vescovi, anch’egli residente nella città Toscana dove officia don Tofani. «Le espressioni di don Tofani ci lasciano davvero sconcertati e la nostra speranza è quella che le persone presenti alla messa abbiano decisamente frainteso le parole del prete. In pieno clima pre-natalizio dove tutti noi, prelati ovviamente compresi, dovremmo ancor di più puntare a rasserenare gli animi, questa frase-choc, è davvero fuori luogo ed auspichiamo che l’autore, qualora l’abbia detta, faccia immediatamente mea culpa».

Il prete, dopo la polemica scatenata dal suo sermone, ha smentito di aver mai parlato delle politiche anti immigrazione di Salvini collegandole a una presunta “morte di Gesù”. E ha puntualizzato: «Ho detto invece che Gesù e la sua famiglia, per sfuggire alla strage degli innocenti ordinata da re Erode, si erano dovuti trasformare di fatto in migranti e fuggire in Egitto. E di qui non sarebbero potuti tornare, se ci fosse stata la legge Salvini, per cui Gesù stesso non avrebbe potuto adempiere alla sua missione».
Dunque, nella smentita ha in realtà ammesso di aver «parlato anche della “legge Salvini” alla quale sono ovviamente contrario, dicendo che è inutile fare il presepe e poi ostentare segni cristiani se quando ci inchiniamo alla grotta di Betlemme non viviamo quello che Gesù ci ha insegnato cioè l’accoglienza, l’amore, la misericordia”.

E’ necessario puntualizzare, ogni volta che l’episodio biblico della “fuga in Egitto” viene messo strumentalmente sullo stesso piano delle vicissitudini degli odierni migranti, che la Sacra Famiglia si stava recando a Betlemme, luogo della natività di Gesù Cristo, per partecipare ad un grande censimento dell’Impero Romano. Per prenderne parte era dunque necessario recarsi nel proprio luogo di nascita. La Sacra Famiglia stava dunque partecipando ad un atto “civile” e moderno: non erano migranti ma cittadini ufficialmente riconosciuti di uno Stato. I ministri della Chiesa dovrebbero porre a mente, più frequentemente, un altro passo del Vangelo, quello in cui Gesù Cristo invita a “dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”, e dunque ad astenersi nelle loro omelie da commenti politici oltre che inesatti anche fuori luogo.

Ilaria Paoletti

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1 commento

altravox 19 Dicembre 2018 - 12:49

Quella della fuga in Egitto di Giuseppe,Maria e Gesù bambino è una autentica FAKE NEWS pubblicata solo e soltanto su un Vangelo su quattro (quello di Matteo) ed assolutamente smentita dal Vangelo di Luca che così invece scrive:
[21] Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.
[22] Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore,
[39] Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret.
[40] Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.
[41] I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua.
Questa la prima confutazione Biblica scritta da Luca Evangelista,ove viene messo nero su bianco il ritorno della sacra famiglia a Nazareth passando prima per Gerusalemme-
Poi della strage degli innocenti non vi è traccia nemmeno nella storiografica ufficiale laica: ad esempio Giuseppe Flavio Tito (37 d.C Gerusalemme – 100 d.C, Roma) quello che è considerato il massimo storico di quel periodo giudaico (vedi sua opera ” Antichità Giudaiche”) di quella strage non ne parla proprio e sì che per crudeltà non avrebbe dovuto certo passare inosservata-
Da aggiungere poi una forte discrepanza temporale tra la morte di Erode Ascalonita morto a Gerico nel 4 avanti Cristo e del censimento Quirinio (motivo del viaggio della sacra famiglia a Betlemme)disposto dal governatore romano Publio Sulpicio Quirinio nelle province di Siria e Giudea nel 6 dopo Cristo,quindi a dieci anni di distanza dalla MORTE di Erode il Grande:
quindi la sacra famiglia sarebbe dovuta fuggire in Egitto per scappare ad un ordine esecutivo infanticida comandato da un Re morto dieci anni prima della nascita di Gesù a Betlemme…

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