Roma, 10 set – Il governo M5S-Pd-LeU incassa la fiducia alla Camera con 343 sì e 263 no. Tre i deputati astenuti. A votare per l’esecutivo giallofucsia anche i tre parlamentari di +Europa e quattro di Civica popolare. A votare contro l’inciucio, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Hanno votato no anche i tre deputati di Sogno Italia e i quattro di Noi con l’Italia. Tensione in Aula tra le dure contestazioni dell’opposizione, con chi è arrivato a brandire una sedia al grido di “poltrona, poltrona” accusando la nuova maggioranza di aver dato vita a un governo soltanto per non perdere il posto (visto che se si fosse tornati alle urne molti dei parlamentari dem e 5 Stelle oggi in Aula probabilmente non sarebbero stati rieletti o comunque non candidati). Per il premier Giuseppe Conte doveva essere una passeggiata rispetto al voto di oggi in Senato (dove la maggioranza è più risicata) e invece dopo aver parlato di sobrietà e toni pacati è finito per litigare con la Lega e Fratelli d’Italia (che hanno manifestato anche fuori l’Aula). Il voto di fiducia non è andato proprio liscio: all’appello mancano i voti di due deputati dem e di tre pentastellati. Assenti ingiustificati che in questo caso non incidono visto l’ampio margine di maggioranza, ma che non è un buon segnale in vista della prova al Senato, dove – come abbiamo detto – i numeri del governo sono un po’ risicati.
Altro che toni pacati: gli attacchi di Conte a Salvini
Il premier ieri in Aula, durante la replica alle dichiarazioni dei partiti, ha attaccato duramente Matteo Salvini, affermando “che una forza politica, e un leader politico, possa decidere ogni anno di poter portare il Paese e elezioni è irresponsabile“. E dopo, alzando ancor più la voce sferra un altro colpo all’ex vicepremier: “Mi sembrava che per 14 mesi avessimo una concezione coincidente, adesso scopro che non è così”, dice Conte. E pure sul fronte della sicurezza il premier ha portato un altro affondo alla Lega: “State tranquilli: pensavate di avere ipotecato la rappresentanza e il presidio del comparto della sicurezza, ma non è così“, ha detto rivolgendosi ai banchi del Carroccio.
I numeri al Senato
Per quanto riguarda il Senato, dove oggi Conte chiederà la fiducia, la maggioranza dovrebbe attestarsi intorno ai 168 voti. Il governo giallofucsia conta su i 155 voti di M5S e Pd (non si contano i due dissidenti interni, il pentastellato Gianluigi Paragone e il dem Matteo Richetti, più un’altra senatrice assente da tempo), ai quali vanno sommati undici senatori del Misto – quattro sono di LeU, quattro ex pentastellati, due del Maie e Riccardo Nencini – tre del gruppo delle Autonomie, tre senatori a vita (Liliana Segre, Elena Cattaneo e, probabilmente, Mario Monti). Altri tre senatori, quelli dell’Svp, si asterranno, ma hanno annunciato che poi sosterranno l’esecutivo di volta in volta.
Adolfo Spezzaferro