Roma, 7 apr – Sta per arrivare un nuovo test rapido per il coronavirus completamente made in Italy. E’ un esame del sangue che permette di verificare chi ha sviluppato gli anticorpi al Covid-19. Dopo sei settimane di studi condotti al Policlinico San Matteo di Pavia, la multinazionale di diagnostica DiaSorin (piemontese) è pronta al lancio di un nuovo test sierologico costruito in vitro nei loro laboratori di Saluggia (in provincia Vercelli) da un team di 50 ricercatori. Entro due settimane è attesa la certificazione Ce, poi potranno partire i test sulla popolazione. Il costo sarà inferiore ai 5 euro a test e il risultato arriva in un’ora. Secondo le previsioni, in Italia potranno essere processati circa 500 mila campioni al giorno.
Ecco come funziona
Il nuovo test serve a rilevare chi, dopo aver contratto il virus ed essere considerato guarito perché i due tamponi a distanza di qualche giorno sono negativi, ha sviluppato quegli anticorpi che gli consentiranno di non ammalarsi di nuovo. In sostanza, il risultato del test certifica una patente di immunità. L’esame funziona come un normale prelievo di sangue, che viene inserito in un macchinario apposito e messo a contatto con la proteina sintetica costruita nei laboratori DiaSorin utilizzando un pezzo di Sars-Cov-2 (che è il nome scientifico del coronavirus partito dalla Cina). Il kit automatizzato verifica il legame fra la proteina e l’anticorpo neutralizzante – ossia quello che impedisce alla particella virale di replicarsi nella cellula umana – e lo evidenzia con un segnale luminoso. La luce insomma certifica che si è immuni. Il prototipo è stato testato nel laboratorio di virologia del San Matteo di Pavia utilizzando campioni di sangue (anonimi) di 150 pazienti ricoverati nelle varie fasi della malattia: terapia intensiva, malattie infettive, dimessi e guariti. La sperimentazione in vitro ha consentito di individuare gli anticorpi neutralizzanti, che ti rendono immune al virus.
Con l’esame sarà possibile scovare i positivi asintomatici
Quando sarà disponibile, il nuovo test permetterà di capire per esempio tra i 22 mila italiani considerati oggi guariti quanti sono quelli che hanno sviluppato l’immunità certificata. Inoltre, ripetendo i test a distanza di mesi o anni, sarà possibile capire quanto dura l’immunità. Ma soprattutto, il test serve per effettuare lo screening di milioni di italiani che possono aver contratto il Covid-19, ma non sono mai stati sottoposti al tampone perché asintomatici o con sintomi lievi. In questi soggetti il test permetterà di capire quanti sono i soggetti immuni. Anche se questo non esclude che possano essere contagiosi, condizione che può essere accertata soltanto con due tamponi nasali. In tal senso, la procedura ideale sarebbe quella di evitare il secondo tampone finale in quei soggetti in cui si è riscontrata una negatività nel primo, contestualmente a una alta presenza di anticorpi neutralizzanti.
Test sarà fondamentale per lo screening nella fase 2
In Italia, il test sarà disponibile fra due settimane e a breve sarà sottomesso anche alla Food and Drug Administration per l’approvazione negli Usa tramite una procedura semplificata, vista l’emergenza. È in discussione un accordo con il governo belga per 3 milioni di test perché ha già definito il protocollo da utilizzare, mentre la richiesta di Germania e Usa è per circa 10 milioni di test. In Italia sarà data precedenza assoluta al personale sanitario. Poi si dovrà passare allo screening di massa, poiché nella fase due dell’epidemia, quella della ripresa delle attività sociali e produttive, in assenza di un vaccino, il test è l’unico modo per quantificare chi ha la patente di immunità e chi potrebbe ancora ammalarsi.
Ludovica Colli
6 comments
#lammerda nazista. Patente del sangue! bravi!
Forse tu non sai che dopo la conclusione della seconda guerra mondiale, gli scienziati tedeschi sono finiti in parte nei democratici Usa, e il restante nella comunista Urss, per continuare gli studi anche e particolarmente in campo genetico!! Non solo a sparar missili nel cosmo… Quindi guardati allo specchio…
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[…] Coronavirus, arriva il test tutto italiano per la “patente di immunità” […]
Quindi, più che patente di immunità, potremmo chiamarla patente di possibile portatore sano.
Questa certificazione di immunità deve essere una sicurezza in più per il singolo individuo, una maggiore attenzione verso comportamenti a massima igienicità per gli altri risultanti non “coperti, e soprattutto un dato statistico da elaborare in termini tecnico scientifici… per capirci di più.