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Cospito resta al 41 bis. Anarchici sul piede di guerra, la difesa getta benzina sul fuoco: “Vogliono il martire”

by Cristina Gauri
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cospito

Roma, 25 feb — Cospito resta al 41 bis. La Corte di Cassazione nel tardo pomeriggio di ieri si è pronunciata sul ricorso avverso la conferma del regime carcerario nei confronti dell’anarchico, il quale da ormai quattro mesi protesta con lo sciopero della fame. Attualmente l’uomo, viste le sue condizioni, è ricoverato nel reparto penitenziario dell’Ospedale San Paolo di Milano, ove è stato trasferito dal carcere di Opera, proprio a causa del sensibile deterioramento della sua salute. E non sembrano esservi grandi prospettive di miglioramento visto che Cospito, a quanto si apprende rifiuta farmaci e integratori, come il potassio.

Nel ribadire la necessità del 41bis per l’anarchico, il Tribunale di Sorveglianza di Roma aveva sottolineato il rischio che Cospito potesse, in regime ordinario, seguitare a esercitare il proprio ruolo tra gli anarchici. La detenzione ordinaria anche «in regime di alta sicurezza, non consentirebbe di contrastare adeguatamente l’elevato rischio di comportamenti orientati all’esercizio del suo ruolo apicale nell’ambito dell’associazione di appartenenza», sussistendo «un concreto pericolo, una qualificata capacità di Cospito di riprendere pienamente i vincoli associativi pur dall’interno del carcere, e di veicolare all’esterno e con autorevolezza disposizioni criminali».

Cospito rimane al 41 bis, esplode la rabbia degli anarchici

Prevedibilmente, una volta divenuta di pubblico dominio la sentenza è letteralmente esplosa la rabbia della galassia anarchica e di una ventina di militanti radunati a piazza Cavour a Roma, in presidio proprio davanti la Corte di Cassazione. I manifestanti hanno quindi intonato slogan e urlato «assassini» in segno di rabbia contro l’esito del ricorso. Poi il presidio, controllato a vista per l’intera giornata dalle forze dell’ordine, si è sciolto e gli anarchici si sono dileguati.

Il legale alza il tono dello scontro

Non aiuteranno a rasserenare i già surriscaldati animi le parole con cui l’avvocato di Cospito, Flavio Rossi Albertini, ha commentato la pronuncia della Corte di Cassazione, «è una condanna a morte» dice. Per poi proseguire minacciando, «volevano il martire e lo avranno. Avevo maturato qualche speranza dopo che per ben due volte la Cassazione aveva anticipato l’udienza e soprattutto dopo il parere del pg della Cassazione. Hanno deciso così perché si sentono forti dal momento che hanno l’opinione pubblica a favore».

Le condizioni di salute di Cospito

E ad aggravare le tensioni, la situazione di salute di Cospito. Ad oggi le sue condizioni vengono definite stazionarie, con valori di sodio e potassio stabilizzati rispetto al precedente periodo in cui l’anarchico aveva smesso di assumere integratori. Ora però la situazione cambia. La sua prima decisione dopo la sentenza è stata quella di sospendere integratori, yogurt, «stop a qualsiasi alimentazione». Domani ad ogni modo il suo medico di fiducia gli farà visita nel ramo penitenziario dell’ospedale dove è ricoverato.

Le reazioni della politica

Intanto, non mancano le reazioni istituzionali e del mondo politico al verdetto Il Ministro della giustizia, Carlo Nordio, afferma «prendiamo atto della decisione della Corte di Cassazione. Come più volte illustrato in Parlamento, essa attiene al procedimento giurisdizionale di competenza esclusiva della magistratura nella sua piena autonomia e indipendenza». Sul caso prende posizione anche il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove, il quale dice «le intimidazioni e le violenze non piegano lo Stato: Cospito rimane, correttamente, in regime di 41 bis. La Cassazione ha scritto la pagina definitiva. Abbiamo sempre difeso le istituzioni democratiche dalle violenze del terrorismo, senza alcuna indulgenza e senza farci intimorire. Oggi la Cassazione conferma che vi erano tutti i presupposti giuridici per il mantenimento del carcere duro a carico di Cospito».

Cristina Gauri

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1 commento

Primula Nera 25 Febbraio 2023 - 3:39

Rimango dell’idea che il 41 bis in questo caso sia molto esagerato. Certo le minacce di ritorsione da parte degli ambienti anarchici hanno reso tutto più complicato ; non si è voluto dare l’impressione di cedere ai ricatti e si è finito per fare una scelta sbagliata…

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