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Covid, il dramma dei 7mila bar chiusi in due anni

by La Redazione
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Covid 7mila bar chiusi

Roma, 17 apr – La gestione del Covid ha prodotto disastri economici tra i quali figura l’appena scoperta chiusura di 7mila bar in appena due anni, come riporta Tgcom24.

Covid, 7mila bar chiusi in due anni

Il Covid e i 7mila bar chiusi. È solo l’ultima delle tragedie della gestione della pandemia, ma è impossibile non rimanere attoniti visto il conteggio impressionante, anche solo a una prima occhiata. Il triste report viene da Unioncamere e Infocamere, ed è basato sui dati del registro delle imprese. Il rapporto mostra che dei 169.839 bar precedenti allo scoppio del coronavirus, ne sono rimasti in vita 162.964 alla fine del 2021: 6.875 in meno, quasi 7mila. Una bella batosta, che ha colpito le regioni in modo diverso: molto danneggiato il Lazio, dove il calo è stato di quasi l’11% (1.860 bar in meno). Seconda in classifica la Valle d’Aosta, con un calo del 9,7% (51 bar).

Le sorprese: Campania e Sicilia

Un’altra regione che ha pagato a caro prezzo le chiusure è stata la Lombardia, con oltre 1.500 locali chiusi, una riduzione del 5.49%. Marche e Friuli Venezia Giulia invece segnano riduzioni del 6%. E poi Trentino Alto Adige, Veneto, Toscana, con cali superiori al 5%. Poco al di sotti il Piemonte (- 4,99%). E sullo sfondo una curiosa – e ovviamente piacevole – sorpresa: in Campania e Sicilia assistiamo, al contrario del resto d’Italia, una singolare crescita delle attività dei bar. Nelle due regioni meridionali, infatti, si è registrato un aumento delle attività compreso tra l’1% e il 2%.

Alberto Celletti

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1 commento

fabio crociato 17 Aprile 2022 - 12:11

La “storia” della proliferazione inconsulta dei bar andrebbe anche esaminata da un altro punto di vista, più corretto (grappa o non grappa). Gli operatori del commercio e del servizio di “approssimazione” in Italia, causa assoluta carenze delle scuole professionali, quindi della cultura pratica in generale si sono riversati tutti, o meglio quasi tutti, nel bere e mangiare non di qualità… oltretutto suggeriti dalle multinazionali del prodotto “di chi sa dove”, del riciclaggio, pure criminale, e della ignoranza remunerativa.

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