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“Ha diffamato l’Arcigay”. Quarantamila euro di multa per il portavoce del Family Day

by Cristina Gauri
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Roma, 11 giu – Il Tribunale di Verona ha condannato ieri Massimo Gandolfini, portavoce del Comitato “Difendiamo i nostri figli” e organizzatore del Family Day, per aver diffamato l’Arcigay nel 2015. Lo rende noto l’associazione Lgbt stessa in una nota diffusa ieri. Il giudice ha condannato Gandolfini per i reati previsti dall’art. 595 del codice penale, comma 1 e 2 risalgono al 2015 quando egli “sostenne che tra le 58 identità di genere approvate da Arcigay e tra cui era possibile optare su Facebook per connotare il proprio profilo, vi fosse anche la pedofilia”.

Quattro mesi di reclusione

L’Arcigay aveva subito sferrato il suo attacco processuale, avviando il procedimento nei confronti dell’organizzatore del Family Day. Ieri, la condanna a quattro mesi di reclusione, “convertiti in una sanzione pecuniaria di 30mila euro, oltre ad una provvisionale di 7 mila euro per l’associazione e 3 mila euro per l’allora presidente, Flavio Romani, più il pagamento delle spese processuali e al risarcimento del danno”.

“Grande soddisfazione”

“Pochi mesi fa Pillon veniva condannato a Perugia, oggi Gandolfini fa il bis a Verona. Questa condanna ci dice molto sulla modalità che i patron del Family Day usano per affermare le proprie idee, cioè la diffamazione“. Questa è la soddisfatta dichiarazione di Gabriele Piazzoni, segretario generale Arcigay che prosegue: “Con molta soddisfazione oggi diciamo nuovamente che giustizia è fatta e che continueremo a difendere in ogni sede la dignità e l’onorabilità delle persone lgbt”. E conclude: “Ancora una volta un esponente del mondo ultraconservatore viene condannato per la sua condotta nei confronti delle persone e delle associazioni lgbti”.

La solidarietà di Pillon

Gandolfini incassa la solidarietà del senatore Pillon che su Facebook scrive: “Dire la verità e difendere i nostri figli dall’indottrinamento gender costa sempre più caro. Dopo Silvana De Mari e il sottoscritto, ora tocca a Massimo Gandolfini, condannato a 4 mesi di reclusione, convertiti in una multa da 30mila euro. Solidarietà al caro amico Massimo”, conclude Pillon “colpevole di battersi contro la dittatura del relativismo e di rappresentare tutte quelle famiglie italiane che non intendono piegarsi al pensiero unico”.

Il parere di Brandi e Coghe

“Ci stringiamo attorno a Massimo Gandolfini chiamato in causa dall’Arcigay di cui sarebbe stata offesa la reputazioneQui quelli che sempre più spesso sono diffamati e offesi siamo noi tutti sostenitori della famiglia naturale”, hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, organizzatori del Congresso di Verona e presidente e vice presidente di Pro Vita & Famiglia. “Contro di noi abbiamo letto di tutto, se applicassimo i criteri che vorrebbero che fossero applicati a Gandolfini, ne vedreste delle belle”, proseguono. “Questa prima sentenza”, spiegano, “rappresenta l’ulteriore prova che la ‘ghigliottina mediatica’ funziona e rischia di trasformarsi in giudiziaria. Ci aspettiamo che il processo, nella sua prosecuzione, riconosca l’assoluta innocenza di un uomo e medico stimato e ritenuto d’esempio per milioni di persone”.

Cristina Gauri

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5 comments

furio bauci 11 Giugno 2019 - 10:17

Siamo al trionfo della società del clistere compulsivo. Ma l’Islam aspetta paziente.

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lello 11 Giugno 2019 - 9:29

quanti froci malati esistono ma vi sembra normale? solo un anormale puo’ vedere la normalita in due finocchi che si baciano con la lingua per non parlare dell’adozione di un innocente bambino come crescera??? ho seri dubbi.

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Lello 11 Giugno 2019 - 9:27

Oramai il mondo e’ dei froci. Ma ci rendiamo conto di quanti depravati era la manifestazione a roma? questa e’ una grave malattia sociale che va contro dio e contro l’umanita. Il diavolo ha preso il sopravvento . che si infettino a vicenda questi sporchi maialini.

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Che l'aids vi stermini a tutti quanti brutti frocioni schifosi 12 Giugno 2019 - 7:51

Il trionfo dei malati di mente elegantemente chiamato f ro cioni!Che non vogliono curarsi.

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Massimo Civita 20 Luglio 2019 - 6:27

Attenzione a chi cerca di farvi credere che gli omosessuali approvano i movimenti LGBT e il gender, non è assolutamente vero, nei fatti i movimenti LGBT fanno apparire gli omo come dei mostri senza identità che vogliono rubare i bambini agli etero.

In realtà quelli che criticano i movimenti LGBT poi sono gli stessi che servono il dio di Abramo (conosciuto come yahweh dai cristiani, come yehowah dagli ebrei e come allah dai musulmani), perché?

Il motivo è che il Dio di Abramo odia gli omosessuali e li vuole vedere morti, come si può leggere nella bibbia: Levitico 20:13 “dovranno essere messi a morte”.

I Gruppi LGBT e i servi del Dio di abramo fanno lo stesso interesse

I gruppi LGBT fanno apparire gli omosessuali come dei mostri, e i servi del dio di Abramo si oppongono alla mostruosità che sembra che venga dagli omosessuali.

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