Roma, 3 lug – A maggio il tasso di disoccupazione è salito ancora attestandosi all’11,3%, un aumento di 0,2 punti percentuali da aprile. A comunicarlo è l’Istat che sempre riferendosi al mese di maggio ha stimato 51 mila occupati in meno rispetto al precedente mese di aprile. Si tratta del primo calo congiunturale dopo 8 mesi. Ma sempre a maggio, secondo l’Istituto nazionale di statistica, è cresciuto anche il tasso di disoccupazione giovanile, salito al 37%. Con un incremento di 1,8 punti rispetto ad aprile, ovvero 25 mila giovani in più che tra i 15 e i 24 anni sono alla ricerca di un posto di lavoro. Diminuisce inoltre il numero di lavoratori indipendenti e dipendenti a tempo indeterminato, aumentano viceversa dipendenti a termine.

Si tratta di dati chiaramente drammatici che si uniscono ad un altro dato emblematico: l’aumento della disoccupazione è la più consistente di tutta la Ue. Confermiamo poi, e non è affatto consolante, di avere il dato generale più elevato dopo la Grecia (46,6% a marzo 2017) e la Spagna (38,6%). La disoccupazione giovanile più bassa si registra in Germania (6,7%) e in Olanda (9%). A livello di disoccupazione generale poi il Paese membro Ue con meno disoccupati è la Repubblica Ceca (3%) che sfiora la piena occupazione.

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, riesce comunque a fare lo struzzo: “La diminuzione degli occupati registrata a maggio non muta le tendenze di medio-lungo periodo dell’occupazione che continuano ad evidenziare, sia su base trimestrale che su base annuale, la crescita degli occupati e la diminuzione dei disoccupati”. In Italia più di un giovane su tre è senza lavoro, centriamo il peggior dato europeo mentre uno Stato come la Repubblica Ceca riesce ad arrivare quasi alla piena occupazione. Ma abbiamo un ministro che continua imperterrito a difendere le politiche economiche governative. No, neanche il buon senso di tacere.

Alessandro Della Guglia

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