Lugano, 26 nov – La 28enne ticinese responsabile dell’accoltellamento di due donne al grande magazzino Manor, a Lugano, era convertita all’Islam, radicalizzata e tenuta – evidentemente non abbastanza – sotto la lente d’ingrandimento delle intelligence di mezza Europa.
Da Lugano alla Siria
Confermata quindi la pista dell’estremismo islamico seguita fin da subito dagli inquirenti: la donna, residente a Vezia e di padre italiano, risulta sposata ad un cittadino afgano – sul quale la polizia elvetica sta cercando di sapere di più – che aveva lasciato il Canton Ticino nel 2015, per non farvi più ritorno. Nel 2017 la polizia federale in collaborazione con le agenzie di intelligence europee aveva aperto un fascicolo per indagare sulla giovane, dopo che questa aveva tentato di entrare in Siria, nei territori allora controllati dall’Isis. Pare che la 28enne, successivamente alla partenza del marito, si fosse invaghita di un combattente jihadista e avesse tentato il tutto per tutto per ricongiungersi a lui nel Paese mediorientale.
L’arresto sul confine turco
Le autorità turche avevano impedito il suo ingresso in Siria arrestandola sul confine con la Turchia e rimpatriandola in Svizzera, dove era stato disposto il suo ricovero in un istituto psichiatrico. Le autorità sanitarie segnalano infatti che all’epoca la ragazza soffriva di problemi psicologici. La Federpol ha reso noto che dal momento dell’apertura dell’inchiesta, cioè nel 2017, il nome della donna non è più comparso in altre indagini legate al terrorismo islamico.
Sola e disoccupata a Lugano
Secondo quanto scoperto dalla polizia cantonale la giovane viveva da sola ed era disoccupata. Ancora ombre, invece, sulle attività svolte dall’accoltellatrice nel corso degli ultimi due anni. Fra le prime reazioni all’attacco avvenuto al grande magazzino ticinese, c’è da segnalare quella del cancelliere austriaco Sebastian Kurz che su Twitter ha scritto «condanno fermamente l’attacco terroristico di matrice islamica di oggi a Lugano. I miei pensieri vanno alle vittime. Siamo vicini alla Svizzera in queste difficili ore».
L’Europa sferzata dal terrorismo
Il pensiero corre alla strage avvenuta a Vienna il 2 novembre dove un giovane terrorista, prima di essere ucciso dalla polizia, ha ucciso 4 persone e ne ha ferite 23 sparando con un fucile d’assalto nel pieno centro della capitale austriaca; e a quella della cattedrale di Notre Dame a Nizza, dove un tunisino sbarcato settimane prima in Italia ha ucciso, sgozzandole, tre persone che si erano recate nel luogo di preghiera.
Cristina Gauri
3 comments
Anche il filtro svizzero fa cilecca. Vuol dire che sono davvero tanti.
[…] quanto riporta LaPresse, la 35enne nordafricana, tale J.Z., si era radicalizzata da tempo ed era impegnata in attività di propaganda e indottrinamento di nuove reclute da affidare […]
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