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Figlie picchiate e vendute come bestiame: in manette rom a Pisa

by Cristina Gauri
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Pisa, 23 set – Picchiava, maltrattava brutalmente e segregava le due figlie, la cui “colpa” era di essersi fidanzate con uomini diversi dai cugini, a cui erano state destinate come spose – e vendute in cambio di denaro. L’uomo, un bosniaco di etnia rom, è stato arrestato dalla polizia in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per il reato di induzione al matrimonio introdotto con la legge 69/2019, meglio nota come “Codice Rosso”. Teatro della storia, un campo rom a Pisa, contenitore di chissà quali altre belle “pratiche tradizionali” della cultura rom.

Si tratta del primo arresto per questo tipo di reato in Italia dall’approvazione del testo di legge. Il padre è accusato di reiterate violenze, lesioni e segregazioni nei confronti delle due figlie, di cui una da poco maggiorenne. Gli abusi spaziavano da calci, pugni, umiliazioni come il taglio dei capelli, ma l’uomo non disdegnava nemmeno di rinchiuderle nella roulotte nutrendole solo pane e acqua. Le sevizie, oltre allo scopo “educativo” di punire piccole “mancanze” o insubordinazioni (o ritenute tali) a livello casalingo, avevano principalmente il fine di impedire alle due ragazze di frequentare i rispettivi fidanzati, scelti volontariamente, e diversi da coloro che il padre aveva designato per loro: due cugini residenti nel campo alle famiglie dei quali aveva già venduto le due giovanissime.

Ricordiamo che le disposizioni della 69/2019 si applicano “anche quando il fatto è commesso all’estero da cittadino italiano o da straniero residente in Italia ovvero in danno di cittadino italiano o di straniero residente in Italia”. Ora rimane solo da aspettare la levata di scudi delle femministe e perché no, la condanna dell’attivista rom Dijana Pavlovic, che per ora tacciono, come sempre quando l’autore degli abusi (o peggio) è uno straniero. Hanno taciuto per i fatti di Lecco, silenzio tombale per il pugno alla Cuminetti, non si scomoderanno nemmeno per questo individuo che aveva venduto le proprie figlie come se fossero capi di bestiame. Del resto le culture allogene vanno rispettate.

Cristina Gauri

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