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Le mani del Qatar sull’Italia: il caso del bando (saltato) di Pierfrancesco Majorino

by Francesca Totolo
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Majorino

Roma, 27 dic – “Dal Qatar 30 milioni all’Italia per moschee e centri di preghiera islamica”, titolava un articolo del Corriere della Sera del 20 dicembre scorso. Il braccio finanziario è la potente Qatar Charity dei Fratelli Musulmani, organizzazione considerata terroristica in alcuni Stati del Golfo, come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi e il Bahrein. Come spiega il Corriere, quella cifra è stata confermata dall’Ucoii (Unione delle comunità islamiche in Italia). “Tutti finanziamenti trasparenti e tracciati”, ha dichiarato Yassine Lafram, attuale presidente dell’Ucoii. Ma facciamo un salto indietro al 2014, quando Pierfrancesco Majorino, allora assessore alle politiche sociali del Comune di Milano della Giunta Pisapia, annunciò un particolare bando per le moschee.

La più grande moschea d’Europa con il plauso dei Fratelli Musulmani del Qatar

Nell’agosto del 2015, il Caim (Coordinamento Associazioni Islamiche Milanesi) di Davide Piccardo era risultato vincitore del bando riguardante l’ex Palasharp indetto da Pierfrancesco Majorino. L’associazione islamica aveva ottenuto il punteggio più alto con un rialzo rispetto al contributo base (10 mila euro) superiore del 200 per cento. Come si legge nel libro-inchiesta Qatar papers, il quale aveva documentato tutti i finanziamenti della Qatar Charity destinati all’Europa, Yussuf al Qaradawi, predicatore e leader dei Fratelli Musulmani, plaudì all’iniziativa e esortò gli islamici a sostenere generosamente il Caim: “L’unione delle associazioni islamiche Caim, una delle associazioni islamiche senza scopo di lucro più attive nella città di Milano, in Italia, cura diverse attività culturali e tra le sue occupazioni c’è quella di insegnare il Corano, formare i giovani musulmani e prepararli a prendersi cura dei nuovi convertiti, dal momento che l’associazione cerca di avvicinare i non musulmani all’Islam. Hanno intenzione di costruire a Milano un nuovo grande centro islamico, costituito da una moschea e da vari poli culturali. Dopo numerosi sforzi e problemi avuti con le autorità competenti, hanno finalmente ottenuto l’autorizzazione necessaria. È un grande progetto, che ha bisogno di supporto. I responsabili di questo progetto sono persone di fede. Sono riusciti a far fronte alle necessità e hanno lavorato al servizio dell’Islam e dei musulmani. I loro rappresentanti sono Yassine Braday e Davide Hamza Piccardo. Le persone buone e giuste dovrebbero aiutare quest’organizzazione. Dio dice: Tutto il bene che avrete compiuto, lo ritroverete presso Dio, migliore e maggiore ricompensa”.

Yussuf al Qaradawi

In “Qatar Papers”, gli autori hanno anche tracciato una parte delle donazioni della Qatar Charity ricevute dell’Ucoii. Hamza Piccardo, padre di Davide, è stato fondatore e portavoce dell’Ucoii quando era presidente l’imam Mohamed Nour Dachan. Attualmente, tra i consiglieri dell’Ucoii, figura anche Gabriele Piccardo, fratello di Davide e figlio di Hamza. Per una precedente inchiesta, avevamo chiesto senza successo i bilanci dell’Unione delle comunità islamiche in Italia perché sul loro sito compaiono solo quelli del 2019 e del 2020. I bonifici arrivati nella disponibilità dell’Ucoii e inviati dalla Qatar Charity tra il 2013 e il 2014, svelati dal libro “Qatar Papers”, ammontano a 1,6 milioni di euro. Nulla di illegale ovviamente come ha dichiarato Yassine Lafram, attuale presidente dell’Ucoii, perché tutto è trasparente: “Abbiamo trovato nel Qatar dei benefattori che abbiamo convinto della bontà del nostro progetto. Hanno acconsentito a comprarci gli immobili, ma lo hanno fatto attraverso la fondazione accreditata presso il governo qatariota, la Qatar charity”.

L’Islam moderato insorge e il bando di Majorino finisce nel cestino

In seguito alla pubblicazione dei vincitori del bando delle moschee di Pierfrancesco Majorino, ora candidato Pd alle regionali della Lombardia, iniziò una guerra di carte bollate tra il Caim e il secondo arrivato. Così Majorino chiese l’intervento della prefettura milanese per i controlli sulle fonti dei finanziamenti delle associazioni che avevano partecipato al bando. Il consigliere comunale Matteo Forte tuonò: “Majorino non intende assumersi la responsabilità di assegnare le aree messe a bando ad associazioni che da anni sono presenti nelle black list di Germania ed Emirati Arabi, come la Milli Gorus (associazione islamica turca presente in molti Stati europei, ndr), che ha presentato per conto del Caim un progetto firmato dall’architetto Rota, e Alleanza islamica d’Italia, il cui presidente è tesoriere dell’Ucoii. Non volendo assumersi la responsabilità della scelta, Majorino la vuole scaricare sulla prefettura […]. La scelta politica, perché di questo si tratta, di non assegnare aree pubbliche a realtà ideologicamente contigue alla Fratellanza Musulmana, fuorilegge nella maggior parte dei Paesi arabi, ce la prenderemo in Consiglio comunale”.

Pierfrancesco Majorino con Sumaya Abdel Qader

Il bando di Majorino causò le polemiche anche dell’islam moderato. Tra i maggiori oppositori al bando sulle moschee è da evidenziare Maryan Ismail, musulmana sufi nata a Mogadiscio e arrivata come rifugiata in Italia perché il padre diplomatico somalo era un oppositore del regime di Siad Barre. Nel 2015, il fratello della Ismail, ambasciatore somalo all’Onu, fu ucciso dai terroristi di al Shabaab. Antropologa, portavoce delle comunità somala di Milano, fondatrice del circolo Pd Città Mondo e da sempre avversatrice dell’islam politico, Maryan Ismail fu accusata di “apostasia” per la sua contrarietà al bando di Majorino. Nel 2016, la Ismail abbandonò il Pd dopo che il partito puntò tutto su Sumaya Abdel Qader, leader affermata della galassia Ucoii e del Caim. In una lettera aperta pubblicata sul Corriere della Sera, la Ismail chiese all’allora premier Matteo Renzi perché il Pd avesse “scelto di interloquire con la parte minoritaria ortodossa ed oscurantista dell’islam”. In un post su Facebook, Maryan Ismail scrisse: “Il sindaco Sala ha più volte dichiarato che sarà lei l’interlocutrice (Sumaya Abdel Qader, ndr) per la costruzione della controversa moschea di Milano, avversata da tutte le comunità islamiche cittadine che non si riconoscono nel Caim”.

Beppe Sala con Sumaya Abdel Qader

In seguito a una conferenza stampa tenuta presso il Comune di Milano dove si parlò dei presunti rapporti tra il Pd milanese, l’Islam politico e i Fratelli Musulmani, Matteo Forte e Maryan Ismail furono denunciati per diffamazione dal Partito Democratico. La querela fu archiviata: quelle della Ismail e di Forte non erano “allusioni malevole”, ma “dati oggettivi”, aveva chiarito il sostituto procuratore. Nel 2016, Sumaya Abdel Qader denunciò le aggressioni giornalistiche e politiche che l’avrebbero accusata falsamente di appartenere all’ala più oscurantista dell’islam. Tre anni dopo, il giudice per le indagini preliminari Guido Salvini decise di archiviare la denuncia della Qader, accogliendo la richiesta del pubblico ministero, perché il contenuto degli articoli citati nella denuncia non era diffamatorio e riportava cose vere. Secondo quanto ricostruito dal pm, Sumaya Abdel Qader ha fatto parte in passato della Fioe (Federation of islamic organisations in Europe) e, stando alla testimonianza di una docente di geopolitica ed “esperta islamista”, la professoressa Valentina Colombo, “esiste un’ampia letteratura a livello accademico e non che conferma il legame della Fioe con la Fratellanza Musulmana”. Quindi, come evidenziò il pm, nel Consiglio comunale di Beppe Sala, era presente una persona vicina ai Fratelli Musulmani. È da evidenziare che Sumaya Abdel Qader è stata vicepresidente del Caim.

“L’islam è politico”, l’intervista a Davide Piccardo sulla vicinanza ai Fratelli Musulmani

Abbiamo contattato Davide Piccardo per chiedere dei chiarimenti sulla questione del bando indetto da Pierfrancesco Majorino: “Il bando è stato annullato nel momento in cui il sindaco Beppe Sala si è insediato nel 2016. Nel 2022, è stato aperto un nuovo bando dove erano presenti solo due aree, quella di via Marignano e quella di via Esterle”. L’ex Palasharp era stato escluso. Il primo bando è andato deserto, mentre l’area di via Esterle è stata aggiudicata per un importo pari a 480mila euro alla bengalese “Casa della cultura musulmana”. Ora su quell’immobile pende un altro ricorso fatto dal “Milan Muslim Center”, aderente alla rete del Caim. Durante il consiglio comunale del 7 novembre scorso, Silvia Sardone, consigliere comunale ed europarlamentare della Lega, aveva ricordato “che era solito frequentare questa associazione islamica (“Casa della Cultura Islamica”, ndr) un terrorista legato all’Isis arrestato in via Meucci”. Il riferimento è a Issam Elsayed Abouelamayem Shalabi, 26enne nato in Egitto e arrestato a Milano nel 2018 l’accusa di associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione e apologia del terrorismo.

Issam Elsayed Abouelamayem Shalabi durante il processo

Abbiamo chiesto a Davide Piccardo spiegazioni in merito alle accuse rivolte alla sua famiglia, all’Ucoii e al Caim riguardanti la vicinanza ai Fratelli Musulmani: “Innanzitutto, non sono più coordinatore del Caim da cinque anni, ora mi occupo solo della testata La Luce”. Piccardo spiega che “i Fratelli Musulmani sono un’organizzazione, una tendenza dell’islam internazionale, che è arrivata al potere in diversi Paesi, come la Malesia, la Turchia, il Marocco e la Tunisia”. “In Italia, come in Europa, gli esponenti della Fratellanza hanno contribuito a sostenere molte delle organizzazioni islamiche”, evidenzia Piccardo che sottolinea: “Noi abbiamo collaborato con molte persone e organizzazioni che si ispirano ai Fratelli Musulmani, ma non abbiamo mai aderito a quell’organizzazione, non che ci fosse nulla di male perché è una corrente che rispetto e che è legittima”. Secondo Piccardo, la Fratellanza ha sempre condannato la violenza e non ha mai fatto parte del terrorismo, ma viene demonizzata ingiustamente perché “si è creato uno spauracchio” quando invece “ha dato un grande contributo all’islam, anche quello europeo”. Abbiamo poi chiesto a Davide Piccardo perché Arabia Saudita ed Emirati Arabi dichiararono organizzazione terroristica i Fratelli Musulmani: “Sono questioni di conflitti politici tra i Paesi perché la Fratellanza è l’unico movimento popolare nel mondo arabo che si è opposto alle tirannie, come era successo in Egitto con l’elezione di Mohamed Morsi”. Ricordiamo che, nel 2017, l’ex presidente egiziano fu condannato all’ergastolo per spionaggio a favore del Qatar.

L’incontro del 2012 tra Mohamed Morsi e Hamad bin Khalifa Al Thani presso il palazzo presidenziale del Cairo

Maryan Ismail lasciò il Pd quando quest’ultimo appoggiò Sumaya Abdel Qader, sostenitrice dell’islam politico e vicina ai Fratelli Musulmani. Secondo Davide Piccardo, “L’islam è politico perché abbraccia tutte le sfere della nostra esistenza e ci spinge a cercare di orientare la società verso quelli che sono i nostri ideali, i nostri principi e i nostri valori che sono islamici”. Per l’ex coordinatore del Caim, sarebbe anche “assolutamente legittimo” un partito politico di ispirazione islamica, senza però imporre con la violenza la propria ideologia. Tornando al bando indetto da Pierfrancesco Majorino, abbiamo chiesto chiarimenti a Piccardo della lettera scritta da Yussuf al Qaradawi, predicatore e leader dei Fratelli Musulmani, in cui si felicitava e chiedeva donazioni agli islamici per l’apertura della moschea più grande d’Europa: “Non abbiamo ricevuta alcuna donazione perché il progetto poi non si è fatto”. Piccardo ha sottolineato che il Caim è stato sempre trasparente, anche durante il bando visto che aveva depositato in Comune la lista con “le potenziali fonti di finanziamento, tra queste anche la Qatar Charity, la quale aveva già finanziato diversi progetti di centri islamici”. Piccardo spiega che fu il Caim a chiedere alla fondazione qatariota supporto per l’apertura della moschea nell’area dell’ex Palasharp. Quindi, Majorino aveva avuto accesso alle documentazioni depositate dal Coordinamento Associazioni Islamiche Milanesi, prima della pubblicazione della graduatoria del bando. Come è noto, però, solo in seguito chiese l’intervento della prefettura per i controlli sulle fonti dei finanziamenti dei vincitori. “Questa mossa serviva per mettersi al riparo dalle critiche conseguenti”, ha sottolineato Piccardo.

Dal Qatar non solo valigie e sacchi pieni di contanti

Del bando indetto da Pierfrancesco Majorino non se ne fece più nulla. Ma rimangono tanti punti interrogativi su tale vicenda. Ora con lo scoppio del Qatargate, scandalo targato sinistra, si è finalmente aperto il vaso di Pandora sui soldi che il Qatar ha distribuito per influenzare le decisioni politiche in Europa. Il libro-inchiesta Qatar Papers ha svelato i flussi di denaro che dalla Qatar Charity dei Fratelli Musulmani arrivavano in Italia tramite bonifici destinati all’Ucoii. Forse, è arrivato il momento che Majorino, come candidato presidente Pd alle regionali della Regione Lombardia e come membro della Commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell’Unione europea, fornisca qualche chiarimento su quel bando da lui indetto nel 2014.

Francesca Totolo

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6 comments

Il Qatar si compra l’Italia grazie al PD: e spunta il bando di Majorino per riempire Milano di moschee - Rassegne Italia 27 Dicembre 2022 - 2:48

[…] Continua a leggere su Il Primato Nazionale Precedente […]

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fabio crociato 28 Dicembre 2022 - 1:59

Anzi tutto la scelta del interlocutore preferibile mussulmano dove va essere lasciata al clero italiano (indipendentemente dal suo “stato di salute”), secondariamente Majorino è una figura secondaria alla quale si può lasciare fallimenti a iosa, terzo a Mi il Qatar si è posizionato troppo bene (dal nulla), per non ricavarne dubbi ben più consistenti e verso persone più consistenti.

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Ele 29 Dicembre 2022 - 8:04

È molto preoccupante. Questi sono traditori. Hanno causato immensi danni al paese ed alla società.

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"Qatargate e i milioni dei Fratelli Musulmani ai centri islamici in Italia fanno parte di un unico progetto": parla Maryan Ismail - 2 Gennaio 2023 - 10:31

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[…] La gaffe di Majorino è stata subito fatta notare dal presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto, il quale ha replicato: “Stavo lavorando e mi sono fermato, perché mi hanno portato questo video. Questo è un tale che si chiama Pierfrancesco Majorino. […]

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