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Fondi russi, Di Maio: “Se il Parlamento chiama, il politico deve rispondere”

by Alessandro Della Guglia
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Roma, 14 lug – Luigi Di Maio non ha nominato i fondi russi, né fatto riferimento a Savoini. E’ intervenuto su Facebook però postando un flyer del Movimento 5 Stelle piuttosto chiaro: “Votiamo sì. Commissione d’inchiesta sui finanziamenti ai partiti”. Si tratta ovviamente di una battaglia storica dei pentastellati e se il ministro dello Sviluppo Economico ne avesse parlato prima che scoppiasse la bufera di questi giorni, nessuno avrebbe pensato a riferimenti particolari. In questo caso però è piuttosto lampante la richiesta del leader grillino: “Quando il Parlamento chiama, il politico risponde, perché il Parlamento è sovrano e lo dice la nostra Costituzione. Peraltro quando si ha la certezza di essere strumentalizzati, l’aula diventa anche un’occasione per dire la propria, difendersi e rispondere per le rime alle accuse, se considerate ingiuste”. Chiara dunque la frecciata a Salvini. Poi Di Maio specifica ed estende il ragionamento: “Se ci sono sospetti su finanziamenti ai partiti, si fa una commissione di inchiesta per tutti i partiti”.

Il M5S si trova d’altronde in una posizione piuttosto scomoda, avendo da una parte l’esigenza di non picconare il governo (in questo momento avrebbe molto da perdere e ben poco da guadagnare) e dall’altra quella di non venir meno a quanto da sempre promesso ai propri elettori. “Oggi c’è la legge SpazzaCorrotti, ma negli ultimi decenni non è stato così. Soprattutto è comico che sia il Pd a parlare di finanziamenti (dopo le coop rosse, dopo Mafia Capitale e dopo le indagini della magistratura che ancora coinvolgono i loro vertici). La commissione di inchiesta sui finanziamenti ai partiti serve, va fatta subito e deve riguardare tutti, anche il MoVimento. Nessuno escluso”, ha scritto Di Maio. Un modo dunque per incalzare sia Salvini che il Pd.

Tracciabilità dei soldi e richieste particolari

“I cittadini – ha poi specificato il vicepremier M5S – quando votano devono sapere se la forza politica a cui stanno dando il loro consenso fa i loro interessi o quelli di qualcun altro. Riteniamo doveroso garantire la tracciabilità dei soldi che un partito incassa durante una campagna elettorale. Il MoVimento 5 Stelle, sempre con la SpazzaCorrotti, ha obbligato tutti a rendere pubbliche le donazioni che ricevono e su questo non ci si può tirare indietro”. Ma se tutti già rendono pubbliche le donazioni che ricevono, l’unica richiesta implicita è con tutta evidenza alla Lega sui fondi russi, di cui però al momento non vi è traccia.

Alessandro Della Guglia

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1 commento

Cesare 15 Luglio 2019 - 2:51

Questi del m5s che fanno gli onesti fanno ridere!! Loro che finanziano una societa privata, la casaleggio associati, con parte del loro stipendio da parlamentari pagato dagli italiani.E devono seguire le indicazioni di questa società con cui firmano un contratto con relative penali e di cui poco si sà del funzionamento, in barba al mandato parlamentare di rappresentare unicamente il popolo che vota e di fare gli interessi dell’ Italia!! Ma chi li vota sà che la casaleggio non prende rubli, come nemmeno gli ha presi Salvini, ma euro pagati dalle tasche del popolo?Non cè proprio limite alla vergogna in certi falsi moralisti e Salvini dovrebbe passare all’ attacco su questa enorme contraddizione

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