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Il giorno della verità: tutto dipende da che cosa dirà il premier Conte

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 20 ago – Oggi è il giorno della verità: molto probabilmente il premier Giuseppe Conte, dopo le sue comunicazioni in Senato, previste per le 15, salirà direttamente al Quirinale per rimettere il suo mandato. Secondo i retroscena più accreditati, il presidente del Consiglio considera chiusa definitivamente l’esperienza di governo con il vicepremier Matteo Salvini, che ha scatenato la crisi dodici giorni fa. Tanto che più che un’apologia del suo operato in questi 15 mesi, da Conte ci si aspetta un duro attacco al leader della Lega. Negli ultimi giorni abbiamo già visto avvisaglie di quanto sarà pesante il giudizio nei confronti del ministro dell’Interno: la vicenda della nave Ong Open Arms e le lettere inviate da Conte a Salvini – con l’accusa di essere stato per l’ennesima volta sleale nei suoi confronti preannunciano parole di fuoco.

Lega e M5S si muoveranno in base alle parole del premier

Ecco perché M5S e Lega aspettano di sentire in sostanza che dirà Conte delle sorti del governo. Il 5 Stelle Vito Crimi fa sapere che l’ipotesi più accreditata rimane quella di presentare una risoluzione in suo favore sulla quale il premier potrebbe porre la questione della fiducia. Dalle file del Carroccio confermano che Salvini “si vuole tenere le mani libere, vuole prima vedere cosa dirà Conte. Poi replicherà alle accuse, se ce ne saranno, e spiegherà le nostre ragioni“. “Conte si tiene nell’isolamento più assoluto – fanno presente i leghisti – Nessuno sa quello che dirà domani, neanche i 5 Stelle. La via maestra per noi è il voto anticipato. Ma parliamo con tutti, tutte le ipotesi sono aperte non chiudiamo le porta a nessuno. Ora si torna indietro col calendario al 5 marzo 2018″.

Dopo le sue comunicazioni, il premier a quanto pare, però, non attenderà un voto in Aula, ma preso atto dell’assenza di una maggioranza – sempre se la Lega non dovesse tornare sui suoi passi ma confermare la sfiducia – andrà dal Presidente. Tutti stanno con il fiato sospeso, in tal senso. Sì, perché quello che deciderà Sergio Mattarella sarà determinante e dirimente per il futuro del Paese. Consegnerà il Parlamento all'”inciucione” mostruoso M5S-Pd-LeU (resuscitando i vari Renzi e compagni vari, magari insieme a qualche “transfugo-responsabile” da Forza Italia)? Scioglierà le Camere e manderà tutti al voto (facendo obtorto collo il gioco di Salvini)? Conferirà un nuovo incarico a Conte, con una nuova edizione della maggioranza gialloverde ma senza poltrone per Salvini (per la gioia della sinistra pentastellata)?

Staremo a vedere. Una cosa è certa, Mattarella avvierà prima possibile le consultazioni e vorrà una maggioranza stabile e in grado di governare il più possibile.

Adolfo Spezzaferro

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