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Governo, Di Maio: "Io e Salvini fuori da premiership, nomi esterni". Il segretario leghista: "A noi il Viminale"

by La Redazione
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Roma, 16 mag – Prende corpo l’intesa Lega-M5S per formare il governo con la soluzione della staffetta a Palazzo Chigi. Matteo Salvini è pronto a fare un passo di lato nella corsa alla premiership ma rivendica la guida dei ministeri dell’Interno e dell’Agricoltura. Così il leader del Carroccio in una diretta su Facebook. “Sono felice, ragioniamo non solo sui nomi ma sul futuro dell’Italia, in maniera corretta, costruttiva e positiva”, ha premesso Salvini, dicendosi disposto anche a rinunciare a Palazzo Chigi: “Sarebbe per me l’onore più grande del mondo”, ha assicurato, “Ma se avessi la certezza che andando al governo, anche non da premier, di poter fare cose utili per il Paese, mi metto in gioco e se serve faccio anche un passo di lato”.
La condizione posta a Di Maio è avere i ministeri che permettano di realizzare i punti chiave del programma della Lega. E in particolare garantire rimpatri ed espulsioni dei clandestini.
Accordo fatto anche sulla riforma delle pensioni: sarebbe stato trovato un punto di incontro su “come smontare la legge Fornero, restituendo il diritto al lavoro, alla vita, alla pensione e anche quello al futuro e ad una pensione dignitosa ai giovani”.
Salvini commenta anche la reazione dei mercati “a comando”: “Provano a fermarci coi soliti ricatti dello spread che sale, delle Borse che scendono e delle minacce europee. Stavolta si cambia, più lavoro e meno clandestini, più sicurezza e meno tasse. Ma porto la Lega al governo solo e soltanto se c’è un programma firmato nero su bianco con i tempi, i costi e i modi”.
Sul fronte 5 Stelle, Luigi Di Maio, arrivando a Montecitorio, assicura che il contratto di governo “è quasi finito” ma ammette che sul nome del futuro premier “stiamo ancora discutendo”. “Il contratto di governo soddisfa sia noi che la Lega – aveva sottolineato il leader pentastellato ieri sera nell’incontro con i direttivi 5 Stelle di Camera e Senato – dentro ci sono tutti i temi più importanti, i loro e i nostri per dare vita a un governo di cambiamento vero. Il nodo da sciogliere è la premiership“.
Tra le ipotesi in campo vagliate dal capo politico dei 5 Stelle, “un premier esterno è condiviso”, ma è difficile trovarne uno che metta d’accordo M5S e Lega. “Oppure la staffetta tra me e Matteo, ma anche qui è complicato, dovremmo decidere chi parte…”. Infine un’ultima opzione, che molto probabilmente sarà quella buona: “Una staffetta con due nomi esterni, uno nostro e l’altro della Lega“. A quanto pare, sarà un politico di riferimento del M5S il primo ad andare a Palazzo Chigi.

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Giorgio 16 Maggio 2018 - 1:52

«Il Financial Times – ha ricordato il segretario del Carroccio – ha detto che stanno arrivando i barbari. Meglio barbari che servi, che svendono la dignità, il futuro, le aziende, perfino i confini dell’Italia. Prima gli italiani».
Speriamo!

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