Roma, 28 nov – L’impatto mediatico non è stato certamente pari a quello che avrebbe ricevuto Barack Obama se anche lontanamente si fosse avvicinato a qualche migliaio di chilometri dal confine italiano in visita ufficiale. Ma Vladimir Putin e la sua corposa delegazione governativa non sono venuti soltanto per dei rituali convenevoli diplomatici. Sul piatto c’erano tanti accordi commerciali, energetici e industriali, non propriamente bruscolini.
La sudditanza nei confronti del padrone che ancora occupa il nostro territorio con 113 basi e installazioni militari si misura anche da queste sottili differenze di copertura mediatica. Per la visita di Putin in quel di Trieste, si è dato spazio e forse fin troppa enfasi alla sparuta protesta di un manipolo di persone che rivendicavano diritti umani e civili per gli omosessuali – buoni a qualsiasi latitudine e in qualsiasi stagione per delegittimare chi non è perfettamente allineato con i desideranda dei mondialisti – che non spiegare nel dettaglio i vantaggi economici e geopolitici di quei 28 accordi sottoscritti tra Italia e Russia.
Del resto se lo stesso Enrico Letta ha avuto modo di definire la giornata di ieri come una delle “più intense e produttive” per il governo, ci sarà più di un valido motivo per concludere che la visita di Vladimir Putin in terra italiana dopo sette anni di assenza, ha avuto una portata ragguardevole e di una certa importanza.
A Trieste sono stati firmati 28 intese commerciali e sette accordi intergovernativi tra i due paesi. Tra questi la creazione di un fondo da un miliardo di euro tra la Cassa depositi e prestiti italiana e il Fondo russo che consentirà a finanziare investimenti nei due rispettivi paesi. Collaborazione che riguarderà in particolare i settori dell’alimentare, dell’ingegneria, dei macchinari e della tecnologia. Putin ha altresì incontrato l’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni che ai microfoni dei giornalisti ha successivamente detto: “Non abbiamo parlato dei prezzi del gas perché per il 2013 li giudichiamo soddisfacenti mentre nel 2014 avvieremo dei negoziati che seguiranno il loro iter naturale, e cioè passeranno dall’interlocutore che è Gazprom“. Riguardo al giacimento Eni di Kashagan, Scaroni ha poi aggiunto che nel giro di qualche mese potrà ripartire anche se al momento non è stata eseguita alcuna ispezione sui tubi. Ma la parte più attesa e importante in campo energetico era ovviamente focalizzata sul gasdotto Southstream. L’amministratore delegato di Eni si è detto soddisfatto: “Si va avanti. Resto convinto che ogni volta che c’è un paese di transito sia un problema. Quindi sono sempre favorevole perchè si contribuisca alla sicurezza dell’approvvigionamento. Per quanto riguarda i tempi, dovrebbe essere in funzione nel 2015, speriamo di farcela”.
Scendendo nel dettaglio degli accordi siglati troviamo sempre ancora il Cane a sei zampe che ha stretto intese con Rosneft per reciproche forniture petrolifere e investimenti congiunti in attività commerciali e di logistica, con la fondazione Skolkovo per ricerca e sviluppo di nuove tecnologie e con Novatek sui principi base per una possibile cooperazione, in particolare su progetti congiunti nell’offshore del Mediterraneo. L’Enel ha invece siglato un’intesa con Rosneft per nuove opportunità di sviluppo nell’esplorazione, produzione e trasporto di idrocarburi fuori dalla Russia, in particolare in America Latina, Sud Europa, Mediterraneo e Nord Africa. Nuove opportunità in Russia si aprono anche per Prysmian, che ha firmato un accordo di cooperazione tecnologica nella trasmissione e distribuzione di energia in Russia con JSC Rosseti e per Tesmec, che sempre con Rosseti ha siglato un’intesa per lo sviluppo tecnico-scientifico in materia di tecnologie di costruzione e esercizio di linee aeree compatte nel settore energetico.
Tra le altre big italiane che hanno messo nero su bianco gli impegni con società russe figurano anche Poste, che rafforza la collaborazione con Poste russe ampliando la partnership a e-commerce, logistica e posta ibrida; Sace, che oltre a un accordo con la Veb destinato a facilitare le relazioni economiche tra i due Paesi, ha annunciato nuovi progetti allo studio per oltre 3 miliardi in Russia; Pirelli, con un accordo con Rosneft e Rostec per condurre attività congiunte di ricerca in tema di pneumatici; Fincantieri, che costruirà per RosRAO una piattaforma galleggiante semisommergibile per il trasporto di compartimenti di reattore di sottomarini nucleari e progetterà, insieme con il centro di ricerca Krylov, una nave da perforazione per l’estrazione di petrolio e gas da giacimenti sottomarini.
Giuseppe Maneggio