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Il nuovo modello di intellettuale boldriniano: Roberto Saviano

by Michael Mocci
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roberto-saviano-2011Roma, 27 dic – Intervistato da Giulia Santerini di “Repubblica”, Roberto Saviano ha detto la sua sulle condizioni in cui versano Cie e su come gestire il problema dell’immigrazione. “Il Sud Italia è la parte più africana d’Europa. Interi paesi si svuotano perché gli italiani scappano. E si riempiono perché arrivano i migranti dall’Africa ma non solo.” Poi ammette che esiste una correlazione tra immigrazione e criminalità, che si può risolvere solo con più integrazione. Ecco l’idea risolutrice di Saviano: “Sognavo un sindaco magrebino a Castelvolturno, che portasse nel nostro Sud un po’ di primavera araba. L’Italia poteva essere all’avanguardia in Europa da questo punto di vista. Invece oggi si rischia di guardare a questi nuovi arrivati solo come forza lavoro.”

A ben vedere, le considerazioni di Saviano, mancano totalmente di un’analisi complessiva del fenomeno immigratorio né propongono soluzioni efficaci. Quella del sindaco magrebino è una frase da copertina, infatti non si capisce come, con un sindaco marocchino, si possano risolvere i problemi legati all’immigrazione. I paesi si svuotano perché non c’è più lavoro ed è falso che il Sud Italia sia la parte più africana d’Europa visto che, ad esempio, in Francia ed Inghilterra c’è una densità di immigrati africani molto più elevata. Inoltre, come ha scritto il filosofo Slavoj Zizek, riguardo l’immigrazione:

“Sta diventando chiaro che la soluzione non è “buttiamo giù i muri e facciamoli entrare”, la facile e vuota richiesta dei progressisti “radicali” dal cuore tenero. La sola vera soluzione è buttar giù il vero muro, non quello di competenza del ministero per l’Immigrazione, ma il muro socioeconomico: cambiare la società in modo che la gente non tenti più disperatamente di fuggire dal proprio mondo.”

Saviano, perfetto esempio di intellettuale moderno, non è un ribelle, è un conformista perché ripete pedissequamente i concetti espressi dal Presidente della Camera. C’erano una volta Kerouac e gli scrittori della beat generation, che si opponevano al sistema esistente, D’Annunzio che inscenò beffe e operazioni militari contro l’inerzia dei grassi Governi, Dante, esiliato per aver combattuto per la propria città. Oggi l’intellettuale è diventato un cortigiano, che si accoda al pensiero comune senza dire nulla di nuovo e di rivoluzionario.

Michael Mocci

 

 

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