Roma, 25 nov – Giuseppe Conte prende tempo sul fronte della vertenza con ArcelorMittal, la multinazionale franco-indiana che vuole lasciare i nostri stabilimenti siderurgici, e prova a rassicurare i lavoratori dell’ex Ilva. “Il signor Mittal in questa ultima interlocuzione ha assunto una posizione completamente diversa rispetto al precedente incontro in cui ci aveva notificato di voler venir meno agli impegni contrattuali, a questo punto abbiamo aperto un negoziato che adesso deve svilupparsi – spiega il premier – e dovete darci un attimo di tranquillità, comprendo l’ansia di avere aggiornamenti quotidiani, ma adesso si è avviato un negoziato, ci sono risvolti economici, giuridici, eccetera, e abbiamo bisogno di qualche settimana di tempo“. Un annuncio un po’ generico con cui Conte ammette che ci vorrà altro tempo per venire a capo della crisi con il colosso dell’acciaio. “Ci stiamo lavorando con la massima attenzione e determinazione – ha assicurato il premier – avendo cura di portare a casa e presto dei buoni risultati per fare grandi passi avanti sia in tema di risanamento ambientale dell’ex Ilva, sia per attuare una svolta con l’impiego delle tecnologie pulite, sia per ciò che riguarda i progetti per la comunità cittadina”.
Conte: “Governo non accetterà soluzione al ribasso”
In ogni caso, avverte Conte, il governo non accetterà una soluzione al ribasso. “L’obiettivo concordato nell’incontro dello scorso venerdì – ricorda il premier – è quello di pervenire all’elaborazione di un nuovo piano industriale, aperto a nuove soluzioni tecnologiche e di risanamento ambientale. Laddove sia confermato l’impegno della società a continuare nella produzione, siamo pronti ad assicurare un coinvolgimento pubblico, motivato dall’importanza strategica del siderurgico per tutta l’economia italiana. Non accetteremo – è bene chiarirlo – alcuna soluzione al ribasso, ma vogliamo evitare in ogni modo che venga compromessa la continuità produttiva degli impianti”. “In secondo luogo – prosegue Conte – vogliamo inserire già nella legge di Bilancio, attualmente all’esame del Parlamento, misure concrete per il rilancio del settore automotive“.
Possibile rinvio udienza sul ricorso cautelare
Intanto, potrebbe essere rinviata di qualche settimana l’udienza fissata, per mercoledì, sul ricorso cautelare presentato dai commissari dell’ex Ilva per fermare l’addio di ArcelorMittal. Se il gruppo franco-indiano si impegnerà a riprendere le attività che aveva iniziato a sospendere, i legali potrebbero chiedere una nuova data per dar tempo, nella trattativa in cui è coinvolto anche il governo, di arrivare a un accordo.
Emiliano: “Entro domani ArcelorMittal pagherà il dovuto all’indotto”
Si sblocca invece la questione pagamenti a Taranto. Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, al termine dell’incontro con i dirigenti di ArcelorMittal, ha comunicato che l’azienda pagherà tutto il dovuto all’indotto. “Abbiamo raggiunto un accordo – annuncia Emiliano – per il quale entro domani sarà pagato il 100 per cento dello scaduto al 31 ottobre. Significa che si allineano con i pagamenti“. “Domani – precisa il governatore – è previsto un nuovo incontro qui per verificare, davanti ai nostri occhi, l’emissione dei bonifici”. La cosa buona, fa presente Emiliano, è che “lo stabilimento rimane ancora e continua pur sotto pressione a funzionare. Noi comunque non molliamo il presidio e domani, se verrà pagato il 100 per cento dello scaduto al 31 ottobre, è chiaro che il blocco verrà rimosso e si ricomincerà a lavorare normalmente”.
Adolfo Spezzaferro