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La corsa contro il tempo della manovra economica: fiducia entro Natale

by Alberto Celletti
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Roma, 23 dic – La manovra economica corre freneticamente verso il Natale, e il governo pone la fiducia. Questo è quanto emerge dagli ultimi aggiornamenti Ansa.

Manovra economica, corsa frenetica prima di Natale

La manovra economica prova a superare almeno parte del’iter parlamentare prima di Natale. E così, la prima fiducia posta dal governo dovrà essere superata nella serata di oggi, alle 20.30, alla Camera, per arrivare al voto finale nella mattina del 24 dicembre e infine riuscire a passare al Senato tra il 27 e il 28. Una corsa contro il tempo, forse immaginabile, visto l’insediamento dell’esecutivo in pieno autunno, dunque soltanto due mesi prima della fine dell’anno. Obiettivo unico, quello di evitare il cosiddetto “esercizio provvisorio”. Tempi stretti, dunque, certamente non agevolati dalle numerose discussioni in aula tra maggioranza e opposizioni.

Le “solite” coperture

Sul piatto della bilancia, come al solito, le ben note “coperture” alle quali ogni esecutivo da decenni deve far fronte per sistemare anche i minimi dettagli. Coperture che, tanto per cambiare, non hanno agevolato neanche l’attuale manovra, povera di contenuti e priva di reali sostegni, soprattutto sul fronte energetico, nonostante il blando tentativo dell’esecutivo di concentrare le risorse verso il caro bollette.

“Manovra pasticciata”, dice Letta. Ma è il bue che da del cornuto all’asino

Dal canto suo, Enrico Letta continua ad esprimere critiche su argomenti i quali né lui né il suo partito avrebbero o hanno mai agito in maniera diversa: “Quello che è accaduto in queste ore in Parlamento è la dimostrazione che il governo e la maggioranza non erano pronti. La legge di bilancio è la più pasticciata degli ultimi vent’anni”. Giuseppe Conte parla di “errori su errori” in un quello che per lui è “gioco dell’oca in cui invece di andare avanti si torna sempre alla casella iniziale, giocando sulla pelle dei cittadini”.

Piuttosto comica la dichiarazione dell’ex premier Mario Monti, che non da un lato certifica ciò che sappiamo tutti, ovvero la totale immobilità del governo Meloni sui temi economici, elogiando l’allineamento dell’esecutivo all’Ue, dall’altro si lamenta delle “diseguaglianze”, prodotte  – di fatto – da quegli stessi allineamenti: “Mi ha sorpreso positivamente la conformità alle linee europee e la prudenza per il bilancio pubblico e per questo gli darei un 8 o addirittura un 9. Non supera però il 4 nella grande disattenzione al tema delle ineguaglianze, che semmai vengono rafforzate”. Una sintesi del tutto potrebbe essere la seguente: se il governo fatica (e molto) le opposizioni non è che facciano faville.

Alberto Celletti

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