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Lavoro agli immigrati per pagare le pensioni? Una bufala: ecco perché

by La Redazione
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Roma, 8 lug – “Tutti gli errori del Presidente”: potrebbe essere questo il titolo di un eventuale film dedicato a Tito Boeri, Presidente dell’Inps, parafrasando il celebre titolo del film “tutti gli uomini del Presidente” del 1976. Durante la presentazione della sua relazione annuale, il numero uno dell’INPS ha ribadito la necessità di accogliere più immigrati nel mercato del lavoro italiano per garantire la sostenibilità del sistema previdenziale.
Tito Boeri non è nuovo a queste uscite: tempo fa ha dichiarato, in pieno stile boldriniano, che “se l’Italia rinuncia agli immigrati il nostro paese perde 38 miliardi di euro in 22 anni“. In pratica rinunceremmo a 1,72 miliardi l’anno, fondi che possono essere reperiti tagliando tranquillamente i fondi per l’accoglienza, con un risparmio di circa 3,48 miliardi all’anno. Se seguissimo la pista di Boeri, qualora l’Italia spendesse 5 miliardi l’anno per l’emergenza immigrazione, lo Stato spenderebbe 110 miliardi di euro in 22 anni, soldi che vengono sottratti dallo Stato e dati a fondo perduto a Ong e che pertanto non verranno investiti per creare ricchezza, lavoro ecc.
Un’altra falsità è quella del pagare le pensioni: Boeri mistifica fra immigrati regolari (con regolari documenti, che lavorano e versano contributi) e i clandestini, che essendo tali, non possono lavorare e pertanto non possono versare contributi… quindi è molto difficile che riescano a pagare qualcosa che sia quantomeno simile ad una pensione.
Siamo di fronte a un’interpretazione molto personale che porta ad una obiezione molto importante anzi, forse la più significativa, che fa crollare tutto questo castello di carte costruito in maniera artificiosa e pessima: se al posto degli immigrati ci fossero gli italiani, il gettito contributivo sarebbe lo stesso, dal momento in cui il sistema pensionistico italiano utilizza il metodo a ripartizione e contribuzione definita; infatti sono le generazioni attuali a pagare le pensioni alla generazione precedente mediante un patto intergenerazionale garantito dallo Stato e se tra “chi paga la pensione” vi fosse un immigrato… beh questo non darebbe un carattere particolare al contributo che essi danno al sistema. In poche parole, i contributi versati da un italiano sono identici a quelli versati da un immigrato.
Leggi anche – Immigrati e pensioni: tutte le balle di Boeri
Anziché proporre ricette al limite del ridicolo, ci si concentri sullo sviluppo economico e su investimenti pubblici che creino posti di lavoro, senza trascurare una possibile riforma del welfare che riduca privilegi che al giorno d’oggi appaiono del tutto ingiustificati. E’ ingiusto che un immigrato illecito venga preferito ad un italiano perché disposto a farsi sfruttare per pochi euro, un presupposto utile soltanto come strumento utile soltanto alla svalutazione del fattore lavoro, utilizzando quest’arma come strumento di ricatto nei confronti dei lavoratori e per attaccare i loro diritti. Qualche proposta per migliorare il nostro sistema pensionistico potrebbe concentrarsi su diversi aspetti importanti:

  1. In primis, passare dalla ripartizione all’accumulazione, ricalcolando le pensioni in base ai contributi realmente versati;
  2. In secundis, (ma non per questo meno importante) favorire il ricambio generazionale nel mondo del lavoro, non facendo morire di vecchiaia i poveri lavoratori costretti a faticare come muli fino al giorno del loro funerale;
  3. Una norma giuridica che si preponga l’obiettivo di salvaguardare il risparmio pensionistico che deve essere superiore o al limite pari, a un valore definito di dignità, sotto al quale non deve mai scendere per evitare di oltraggiare la figura e la dignità dei lavoratori che prestano la loro energia lavorativa per garantire ogni giorno il funzionamento dell’intero sistema produttivo del nostro paese.

Oltretutto, altro aspetto che il Presidente dell’Inps sembra non tener conto è quello della crisi demografica: i tassi di natalità italiani e europei sono decisamente inferiori rispetto a quelli africani; gli italiani non riescono più a fare figli, perchè soppressi da tasse e da mancanza di lavoro. La popolazione italiana comincia a diventare sempre più vecchia (nel 2060, in Europa più del 50% della popolazione avrà più di 65 anni, secondo Eurostat) e pertanto vogliono sostituirci con questo esercito di schiavi. Avete capito bene, sostituirci, già da adesso, con tante risorse boldriniane che, ad un euro l’ora, lavorano al vostro posto… a queste cifre non possiamo competere. Occorre che gli italiani facciano figli, ma per fare figli servono certezze, servono posti di lavoro, serve tutelare le donne in gravidanza, serve assumere italiani che debbano essere retribuiti il giusto e porre fine alle folli politiche di austerità… così possiamo rinascere e avere un’altra certezza, quella della pensione… sacrosanta, dopo esserci spaccati il culo per tutta la vita.
Stefano Mastrillo

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Egidio Eleuteri 8 Luglio 2018 - 3:52

il sig Boeri dovrebbe per aiutare i pensionati italiani cancellare la somma di 500 euro mensili che l’INPS che versa mensilmente ed unicamente agli extra comunitari, quale aiuto ai ricongiungimenti (zii, nonni, cugini ecc) che restano (furbescamente) nei loro paesi. Agli Italiani nulla solo una modesta pensione dopo una vita di versamenti. Il Governo dovrebbe cancellare questa ignominia e dare il denaro equivalente ai poveri (italiani) Per me il sig. Boeri deve essere licenziato perchè si inventa che gli extra comunitari, non regolari ( e quindi che non verseranno mai i contributi) sono necessari. VERGOGNA!

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