Roma, 20 mag – Lega e M5S, alleati al governo e avversari nella campagna elettorale per le Europee, sono ai ferri corti. La maggioranza gialloverde è più che mai spaccata, mentre cresce l’attesa per la convocazione del Consiglio dei ministri, l’ultimo prima del voto di domenica, previsto per oggi.
Salvini: “Di Maio e Renzi dicono le stesse cose”
Il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini riprende il discorso dei porti chiusi e va all’attacco a Coffe break su La7: “Ad oggi sono orgoglioso che rispetto ai 10 mila sbarchi dello scorso anno siamo a quota mille. Mi spiace che questo crei uno scontro politico: vale per Renzi come per Di Maio che più o meno dicono le stesse cose in questi giorni ma io continuo a fare il mio lavoro”. Il leader della Lega tiene il punto sugli immigrati e sul decreto Sicurezza bis, da portare assolutamente in Consiglio dei ministri. Quest’ultimo provvedimento conterrà “aggravanti per chi aggredisce i poliziotti“, dice Salvini, in riferimento agli scontri di ieri sera a Firenze durante una protesta proprio contro di lui. Ma anche “norme contro gli scafisti“, anticipa ancora il vicepremier leghista. Il problema è che non è detto che il Cdm verrà convocato, visto che probabilmente non farà che acuire lo scontro in seno alla maggioranza. E se invece alla fine il Cdm ci sarà, potrebbe sancire la crisi di governo.
M5S al contrattacco con il decreto Famiglia
Nel Cdm dovrebbero essere discusse anche le ulteriori misure a sostegno della famiglia, annunciate dai 5 Stelle. Per Luigi Di Maio la questione è dirimente: “Per me il governo deve andare avanti – spiega il capo politico del M5S – . Vedo ostruzionismo sul decreto Famiglia. Si gioca la tenuta del governo su questo decreto, se si vuole rompere, vuol dire che si cercano pretesti“. “Contrastare camorristi e scafisti non è in contrasto con l’aiutare le famiglie – è la replica di Salvini a Non è l’Arena – si possono fare entrambe le cose. La vera emergenza di questo Paese è abbassare a tutti le tasse al 15%. Abbiamo gli imprenditori migliori al mondo, gli operai migliori al mondo, togliamo un po’ di tasse e burocrazia e saremo noi a insegnare a tedeschi e francesi come si fa impresa”. Salvini e Di Maio, ormai da giorni, da un lato non fanno che assicurare che il governo non cadrà, dall’altro non fanno che ribadire che se dovesse cadere, però, la colpa è dell’alleato.
Adolfo Spezzaferro