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Liberi e uguali, ed è subito bluff. Bersani: “Alle Regionali accordiamoci col Pd”

by La Redazione
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Roma, 11 gen – Liberi e uguali, soprattutto uguali. La nuova formazione di sinistra, nata dalla rottura col Pd e guidata tra gli altri da Bersani e dal governatore della Toscana Enrico Rossi, è già pronta a tornare alla casa base. Liberi di trovare uguali interessi quindi. “Proviamo a trovare un’intesa (col Pd, ndr) in Lazio e Lombardia”, annunciano in coro i fuoriusciti dal partito guidato da Renzi. Se a livello nazionale continuano quindi le schermaglie che al momento continuano a vederli divisi, alle regionali Leu e Pd potrebbero correre uniti.
L’intenzione di Bersani e Rossi è quella, stando alle odierne dichiarazioni, di sostenere i candidati renziani Giorgio Gori (in Lombardia) e Nicola Zingaretti (nel Lazio). Con quest’ultimo l’accordo sembra dietro l’angolo, mentre sul primo restano ancora alcune riserve. “Non ha senso fare ammucchiate contro la destra, operazioni di ceto politico. Serve una proposta chiara di sinistra di governo, alternativa alla destra. Altrimenti i cittadini non ce li portiamo a votare. Vediamo che succede nelle prossime ore”, ha specificato Bersani, come riportato da Repubblica. A breve quindi potrebbero esserci delle novità, ovvero un fronte comune sul nome di Zingaretti.
Più esplicito il governatore toscano: “Con Gori in Lombardia è opportuno aprire un confronto sul programma, perché rispetto a Maroni non basta #faremeglio, come dice lo slogan Gori, ma si deve cambiare idee e politiche – scrive Rossi su Facebook –  Nel Lazio non sostenere Zingaretti, un uomo di sinistra, è un errore perché dobbiamo impedire che la Regione passi a Gasparri”. Insomma siamo alle solite, separarsi da Renzi senza divorziare per poi condividere di nuovo lo stesso letto. Il neonato partito in cui sono confluiti Grasso e Boldrini sembra puntare allora a un sostegno diretto al Partito Democratico almeno a livello regionale.
Anche gli esponenti più di sinistra di Leu non pare pongano troppi paletti a un accordo con Renzi: “Si vince sulla discontinuità e non sul frontismo – ha precisato Paolo Cento, responsabile enti locali di Sinistra Italiana – Per questo il confronto anche nel Lazio su questi temi deve essere vero e se serve anche ruvido, prima di arrivare ad una decisione”. In ultimo il candidato premier di Liberi e uguali, il presidente uscente del Senato: “Siamo un progetto politico plurale – ha dichiarato Grasso – è normale che ci siano posizioni diverse. Abbiamo concordato di ascoltare le indicazioni del territorio, domani ci saranno le assemblee sia in Lombardia che nel Lazio, poi prenderemo una decisione”. Ci siamo quasi insomma, il bluff a tutta sinistra è servito: per un pugno di poltrone.
Alessandro Della Guglia

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2 comments

Raffo 11 Gennaio 2018 - 8:33

Se ne vada in africa con i suoi amici immigrati e ci resti per sempre, ius-suolista del ca**o , a questo elemento pro islam e pro invasione gli italiani gli hanno sempre fatto schifo………

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cenzino 11 Gennaio 2018 - 9:53

Consuete zozzerie all’italiana. Politiconi inciucioni.

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