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M5S, espulsi pure i deputati anti-Draghi. Lannutti annuncia ricorso: “Metodi da dittatura”

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 19 feb – Caos nel M5S, ormai condannato alla scissione, espulsi pure i deputati che hanno votato contro il governo Draghi e Lannutti parla di metodi da dittatura. “Come già avvenuto al Senato, anche i portavoce del Movimento 5 Stelle che nel voto di fiducia alla Camera si sono espressi diversamente dal gruppo parlamentare verranno espulsi“. E’ l’annuncio di Vito Crimi, reggente dei 5 Stelle (che intanto però su Rousseau hanno votato sì al direttivo a cinque al posto del capo politico). Dal canto suo, come ha blindato Crimi dicendo che ora non è il momento di dar retta al voto degli iscritti, il garante Beppe Grillo richiama all’unità in nome della rivoluzione “green” pur di serrare i ranghi. Ma decine di parlamentari ormai sono in fuga dal Movimento.

Crimi contro i dissidenti: “No a Draghi vi pone all’opposizione del M5S”

“Quello sulla fiducia – spiega Crimi su Facebook – non è un voto come tanti altri. Stabilisce gli equilibri all’interno del Parlamento, determinando i posizionamenti fra maggioranza e opposizione. Chi non ha votato la fiducia a questo governo si è automaticamente collocato all’opposizione, dunque all’opposizione del Movimento che ha deciso di sostenerlo, ed era perfettamente consapevole delle conseguenze delle proprie scelte”.

Lannutti: “Espulsione dal M5S ricorda vecchie dittature, farò ricorso”

L’espulsione dal M5S non va giù a Elio Lannutti, tra i 15 senatori cacciati per aver votato no alla fiducia a Draghi, che annuncia il ricorso. “Non mi sento rispettato. Questa decisione ricorda vecchie dittature – afferma ai microfoni di Radio Cusano Campus -. Per un movimento basato sulla democrazia diretta, sulla trasparenza, sulla legalità, non è ammissibile che qualcuno su Facebook dica che sono espulsi 15 dissidenti”. “Bisognerebbe vedere se aveva il potere di farlo – fa presente Lannutti – . Faremo ricorso contro questa decisione. Stiamo valutando – annuncia – anche di impugnare il quesito su Rousseau. È come chiedere: tu vuoi vivere o vuoi morire? Io non ho potuto rispettare la decisione degli iscritti perché uno come me che ha passato la vita a denunciare imbrogli e abusi non può accettare un quesito come minimo ingannevole”.

Gli sberleffi dei dissidenti contro Crimi e il M5S

L’arma dell’espulsione sarà pure un deterrente per qualche pentastellato timoroso, ma non spaventa alcuni dei dissidenti. Anzi. “Espulsione? Urca. Ma è irreversibile come l’euro di Draghi o la ha annunciata come il mai con Renzi ed il mai con Draghi?“, ironizza il deputato Alvise Maniero interpellato dall’AdnKronos, commentando la decisione di Crimi. Maniero ieri ha votato no alla fiducia a Draghi e oggi mette l’accento sulle tante, continue giravolte del M5S dal Conte bis in poi. Ancora più dura la chiosa sarcastica di Pino Cabras: “L’espulsione? Non ho ricevuto comunicazioni da nessuno. Era Crimi“. Così all’AdnKronos uno dei 16 deputati che ieri hanno votato contro la fiducia al governo Draghi.

Psicodramma grillino ultimo atto? 

Battute a parte, lo psicodramma dei grillini prosegue con i dissidenti pronti a dar vita a un nuovo gruppo in Parlamento. Grande è la confusione sotto il cielo pentastellato e anche Alessandro Di Battista, che nei giorni scorsi ha dato addio al Movimento, è pronto a sostenere i dissidenti: “E’ ora di organizzare una sana e robusta opposizione“, dice. Grillo, Di Maio e il povero Crimi, dal canto loro, nulla possono contro i “duri e puri” che ostentano coerenza rispetto ai loro leader.

Adolfo Spezzaferro

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