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Milano, Sala sotto scorta. Colpa di CasaPound? Nessuno lo dice ma tutti insinuano

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Milano, 27 lug – Il sindaco di Milano Giuseppe Sala è finito sotto scorta. La protezione è stata decisa dal Questore Marcello Cardona. Pare che il provvedimento sia da mettere in relazione alle minacce ricevute da parte dell’estrema destra. Il che vuol dire che a mettere in pericolo l’incolumità di Sala sarebbero stati gli striscioni, i presidi e i le richieste di dimissioni presentate in un blitz durante il Consiglio Comunale dei militanti di CasaPoud.

Ma è davvero così? Non si sa, perché nessuno, a partire dal Questore ha spiegato quali siano i veri motivi della scorta a Sala, solo insinuazioni. “Si tratta di una vigliaccata” spiega al Primato Nazionale Angela De Rosa, portavoce milanese di CasaPound. “Le modalità con cui è stata decisa questa scorta, insinuando che sia per colpa di CasaPound ma senza spiegarne i motivi è un provvedimento che non fa onore nemmeno al Questore. Se la scorta fosse realmente in relazione a CasaPound vorremmo capire quale sia il problema, perché sembra che si stia impedendo al nostro movimento di mettere in evidenza le criticità che sono presenti in una città come Milano”.

Da una settimana a questa parte, quindi, Sala è sorvegliato speciale. A scortarlo, nelle uscite pubbliche degli ultimi giorni, la polizia locale di Milano, i ghisa. “E’ una decisione del Questore che vivo con tranquillità, mi sono adeguato. Spero sia solo un momento, se possibile ne farei a meno. I milanesi sanno che ho uno stile per cui cerco di vivere come vivevo prima. Speriamo sia solo un momento”. È stato il commento del primo cittadino, che ha confermato il suo essere sotto scorta. Nessuna conferma, però, sulle minacce. Le ha davvero ricevute? E da chi? Questo rimane un mistero: “Preferisco non commentare” ha dichiarato Sala.

Sta di fatto che Sala, però, oltre a essere l’amico degli immigrati andando contro le direttive del suo stesso partito, è implicato in scandali assai gravi. A suo carico ci sono pesanti accuse, legate alla questione degli appalti quando era il padre padrone di Expo. “Se ha gestito Expo in questo modo, falsificando firme, triplicando il costo degli alberi, truccando appalti, temiamo che possa fare lo stesso anche nella gestione del comune di Milano”, continua Angela De Rosa. “Noi chiediamo che Sala vada i Consiglio a rendere conto prima di tutto ai suoi sostenitori e ai milanesi. Invece lui si limita a rilasciare dichiarazioni”.

Le mancate risposte sembrano essere una costante dal sindaco che con la destra milanese ha un rapporto teso ormai da tempo. Al punto che CasaPound, in seguito all’episodio di contestazione avvenuto in Consiglio Comunale, ha chiesto via mail a Sala un incontro, per confrontarsi e spiegare l’impegno sociale che CasaPound a Milano sta portando avanti da anni a sostegno dei milanesi. Ma da Palazzo Marino, nessuno ha ancora risposto.

Anna Pedri

 

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