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Negata fecondazione in vitro a coppia lesbica: “Unico faro è diritto minore”

by Ilaria Paoletti
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Roma, 18 giu – L’Avvocatura dello Stato per voce di Gabriella Palmieri è intervenuta nella questione che riguarda le coppie omosessuali e il loro diritto alla procreazione assistita: “Non esiste un diritto assoluto alla genitorialità: l’unico ‘faro’ è il supremo interesse del minore”, è questa la tesi dell’Avvocatura.

Una coppia lesbica “infertile”

La Palmieri è intervenuta al palazzo della Consulta davanti ai giudici della Corte Costituzionale parlando del divieto previsto dalla legge 40 del 2004, quello che esclude le coppie composte da soggetti dello stesso sesso di usufruire delle tecniche per la procreazione medicalmente assistita. La questione è stata sollevata dai tribunali di Pordenone e di Bolzano. La base di partenza è la storia di due donne che hanno una relazione omosessuale ma, a causa di particolari patologie mediche che affliggono entrambe, vogliono ricorrere alla fecondazione assistita. Dunque la Palmieri, anche riconoscendo “risvolti personali delicati”, ha posto l’accento sull’esigenza di mantenersi su “una impostazione strettamente giuridica”. Ha, inoltre, specificato come “non tutto ciò che la scienza e la tecnica consentono diventa diritto, c’è sempre una scelta che viene democraticamente affidata dal sistema al legislatore”. Vale anche per la genitorialità, ricordando che  “la prospettiva giuridica non è adulto-centrica: i genitori non hanno diritti ma doveri verso i figli”.

E la controparte chiede “atteggiamento illuminante”

Maria Antonia Pili e Alexander Schuster, i legali rappresentanti della coppia gay, hanno invocato da parte della Consulta “un atteggiamento illuminante, come dimostrato anche in tante sentenze precedenti che hanno anticipato il legislatore, avendo come ‘faro’ la Costituzione”. In particolare, “la questione in discussione sarebbe facilmente risolvibile dichiarando la incostituzionalità della legge solo riguardo a due parole scritte nell’articolo 5 della legge 40 del 2004, lì dove aggiunge “sesso diverso” ai requisiti previsti”. La Consulta ha escluso dalla seduta gli intervenienti ad adiuvandum l’associazione Avvocatura per i diritti Lgbti e Associazione Radicale Certi Diritti e Associazione Luca Coscioni.

Ilaria Paoletti

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1 commento

Cesare 18 Giugno 2019 - 9:17

Grande onore alla Dr.ssa Palmieri.Finalmente qualcuno nelle istituzioni che accenna all’ importanza di una famiglia naturale basata su uomo e donna.Oggi le oligrachie dominanti straniere ci vogliono senza patria, famiglia, religione e identità sessuale cosi’ da manipolarci piu’ facilmente ed a piacere loro sin dalla adolescenza

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