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“Non voteremo lo scostamento di bilancio al buio”. Berlusconi, Salvini e Meloni avvertono Conte

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 29 lug – Niente sì allo scostamento di bilancio al buio. Se il premier Conte in Aula non sarà convincente nello spiegare come intende impiegare le risorse e se il governo non terrà conto delle richieste del centrodestra, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia voteranno no. Per il bene della nazione. E’ questo in sostanza l’avvertimento dell’opposizione in vista del voto in Parlamento sulla richiesta di scostamento di bilancio per 25 miliardi. Ai giallofucsia serve la maggioranza assoluta – in Senato sono 161 voti – e da soli non hanno i numeri. Se in passato il centrodestra ha votato sì agli scostamenti, vista l’emergenza, al contrario stavolta avverte: “No a operazioni assistenziali o clientelari mentre il Paese soffre“.

“Questa volta non voteremo al buio”

”Oggi il governo ci chiede ancora una volta di consentire, in Parlamento, un nuovo scostamento di bilancio. Una misura grave, di fronte alla quale ancora una volta siamo pronti a fare la nostra parte, ma questa volta, signor presidente del Consiglio, non lo faremo al buio. Non consentiremo che le risorse degli italiani, il denaro dei nostri figli, venga sperperato in operazioni assistenziali o addirittura clientelari mentre il Paese soffre”. Lo scrivono i leader politici Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, dopo il vertice del centrodestra di ieri, in una lettera aperta al premier pubblicata sul Sole 24 Ore. ”Lei, presidente Conte, finora non si è espresso su come l’esecutivo intenda impiegare queste nuove ingenti risorse – si legge nella lettera -. Ci aspettiamo che il governo lo faccia in aula e sulla base di questo l’opposizione unita deciderà come comportarsi. Lo decideremo in base alla disponibilità ad accogliere alcune proposte che consideriamo imprescindibili, per restituire una speranza alle categorie economiche in difficoltà”.

Ecco le condizioni poste dall’opposizione

Da qui le condizioni poste dall’opposizione: ”Riteniamo necessario che in ambito fiscale si intervenga con almeno due linee di azione: a. L’esenzione – per gli esercenti attività di impresa, arte o professione soggetti agli Indici Sintetici di Affidabilità – dal versamento del secondo acconto Irpef/Ires per l’anno 2020; b. La riduzione del 30 per cento dei coefficienti di calcolo Imu, l’esenzione della predetta imposta per i comuni con una popolazione inferiore ai 3.000 abitanti e per gli immobili commerciali e produttivi sfitti rientranti nella categoria C.” Salvini, Meloni e Berlusconi a tal proposito prendono ”atto con profondo disappunto del fatto che le proposte di ‘anno bianco fiscale’ avanzate in varie forme dal centrodestra sono state tutte respinte, anche se alla luce degli scostamenti approvati sarebbero tutte state fattibili”.

Inoltre, fanno presente i leader dell’opposizione, ”riconosciuta l’esigenza di prorogare la cassa integrazione ordinaria e in deroga, le cui scadenze vanno allineate con quelle del blocco dei licenziamenti, consideriamo indispensabile che a tutela del lavoro si intervenga anche con misure che premino gli imprenditori che mantengono i livelli occupazionali: a. Riduzione del 50% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per le aziende colpite dalla crisi che non riducono il numero di occupati. b. Sospensione del decreto Dignità e reintroduzione dei voucher per tutti i settori, compresi i voucher familiari, almeno per tutto l’anno 2020”. E, ancora, chiedono i leader dell’opposizione, ”immediata attuazione della sentenza della Corte Costituzionale che chiede l’adeguamento delle pensioni di invalidità”.

“Se dal governo risposte convincenti voteremo sì”

Poi i leader di Lega, FdI e FI rivendicano la loro condotta politica corretta e responsabile (e non molto incisiva, a dire il vero): ”Signor presidente del Consiglio, il centro-destra è un’opposizione seria e coerente, che pone sempre al centro del proprio agire politico l’interesse dell’Italia e degli italiani – scrivono nella lettera – Lo facciamo anche oggi, avanzando proposte concrete, fattibili, di efficacia immediata. Il confronto dev’essere trasparente, nelle aule parlamentari, senza alcun tipo di mercanteggiamento. Sarà in quella sede che ascolteremo le risposte del governo – ribadiscono -. Se saranno positive e convincenti, lo scostamento di bilancio avrà il nostro voto, al di là di ogni valutazione politica sul governo, che naturalmente rimane immutata. Se invece dalla risposta che verrà data alle Camere ci renderemo conto che il voto che ci viene chiesto è destinato ad avere effetti costosi e improduttivi, funzionali soltanto alla ricerca del consenso per i partiti della maggioranza, in questo caso sarà proprio l’interesse nazionale ad impedirci di votare lo scostamento. Se così fosse, la responsabilità delle decisioni sarà del governo e della maggioranza. Ci auguriamo di non dover arrivare a questo, per il bene dell’Italia”, conclude la lettera.

Adolfo Spezzaferro

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