italia imu diktat di bruxellesBruxelles, 22 mag – L’Italia ha fatto i compiti a casa e riceve il placet di Bruxelles sui conti. Secondo la Commissione Ue e le sue “Country specific recommendations” il governo Gentiloni ha rispettato le ulteriori misure di bilancio che erano state richieste e dunque in sostanza promuove la manovrina. Nessuna procedura per squilibri macroeconomici dunque, a patto però che le riforme promesse da Gentiloni vengano portate a compimento. Se per il 2017 è stata sufficiente la “manovra bis”, per il 2018 l’Italia è tenuta a fare “un sostanzioso sforzo di bilancio” per assicurare la sostenibilitĂ  dei cont, spostando “il carico fiscale dai fattori produttivi a tasse meno dannose per la crescita”, ma soprattutto “reintrodurre la tassa sulla prima casa per i contribuenti piĂą ricchi e riformare il catasto”. Eccolo lĂ  il nuovo diktat di Bruxelles sulla reintroduzione dell’Imu, rimasto forse un po’ in sordina sui media mainstream nostrani, piĂą concentrati a ringraziare la Commissione Ue per averci dato l’ok sui conti del 2017.

A finire sotto osservazione insieme all’Italia c’erano anche Portogallo e Cipro, paesi che a febbraio scorso avevano rischiato un rafforzamento delle procedure a causa degli squilibri macroeconomici eccessivi. Per l’Italia lo squilibrio è costituito dal debito pubblico, ma anche dalla crescita quasi inesistente della produttivitĂ  e dalla scarsa competitivitĂ . In ogni caso la Commissione Europea ha annunciato che continuerĂ  a “monitorare questi tre paesi”, anche se al momento non sono stati “puniti”. I commissari Moscovici e Dombrovskis si sono espressi sulla situazione generale dell’economia dell’Ue e dell’Eurozona che “sta dimostrando di essere resiliente, ma continuano a far sentire i loro effetti la lentezza della crescita della produttivitĂ , le conseguenze della crisi, compreso il persistere delle disuguaglianze, e l’incertezza dovuta per lo piĂą a fattori esterni”.

Nel testo del documento redatto dalla Commissione le misure annunciate da Gentiloni vengono definite “sufficientemente ambiziose”. Le misure che “dovranno essere adottate entro metĂ  2017 includono l’adozione finale di leggi sulla concorrenza, la riforma del processo penale e della prescrizione e l’attuazione della legge anti-povertĂ ”, ci spiega sempre Bruxelles, che oltre a spiegarci quali legge deve approvare il nostro parlamento nel breve e medio periodo, non manca di ricordarci di andare avanti con le privatizzazioni e con la riforma del mercato del lavoro. Rispetto al nostro sistema bancario poi, siamo tra i 6 paesi dell’Eurozona viene lanciato l’allarme per i troppi crediti deteriorati presenti all’interno dei bilanci delle banche, mentre per arginare la disoccupazione giovanile (in costante crescita) servono “piĂą sforzi”.
Davide Romano

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