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Oltre il reddito di cittadinanza: quali misure per il Sud?

by La Redazione
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Roma, 19 gen – Mentre il dibattito sulla “manovra del cambiamento” è dominato – a ragione, dato il notevole investimento economico sostenuto – dai grandi temi del reddito di cittadinanza e dalla riforma delle pensioni, molte misure dell’ultima legge di bilancio, pubblicata in Gazzetta ufficiale il 31 dicembre scorso, sono purtroppo passate inosservate. Eppure, di provvedimenti interessanti ve ne sono diversi. In particolare, spicca un pacchetto di interventi specificamente dedicati al Mezzogiorno d’Italia, in materia di lavoro, istruzione e consumi.

Senza perderci in chiacchiere, partiamo dal tema del lavoro. Le priorità erano essenzialmente due: ridurne il costo per chi assume e favorire la nascita di nuove attività imprenditoriali, magari a conduzione giovanile. Al conseguimento del primo obiettivo risponde l’investimento da 500 milioni annui, per il 2019 e il 2020, per favorire, nelle regioni del Sud, l’assunzione con contratto a tempo indeterminato di under 35 e over 35 disoccupati da almeno sei mesi. In più, lo sgravio contributivo previsto dal Decreto Dignità è elevato, per le categorie sopracitate, dal 50 al 100%. Mica male. Quanto alla seconda finalità, il Governo ha deciso di intervenire su Resto al Sud, l’incentivo a sostegno dell’imprenditoria giovanile nel Mezzogiorno: la platea dei beneficiari viene ampliata, innalzando l’età massima da 35 a 45 anni e includendo le attività libero‑professionali. È senz’altro da notare, in questo caso, l’atteggiamento virtuoso del Governo, che ha saputo individuare e migliorare una misura ideata dal precedente esecutivo, ancorché di segno opposto.

La vera bomba per il rilancio del Sud potrebbe rivelarsi però l’adozione del cosiddetto ‘modello Portogallo’ in tema di pensioni: tutti i titolari di pensione estera da almeno cinque anni che trasferiranno la propria residenza in un Comune con popolazione inferiore a 20.000 abitanti di una regione meridionale potrà godere dell’assoggettamento dei propri redditi a un’imposta sostitutiva, calcolata in via forfettaria, con aliquota del 7%. Lo scopo della misura è duplice: ripopolare il Meridione e far ripartire i consumi. Altro che modello Riace. Non solo, infatti, la misura è a costo zero, ma produrrà maggiori entrate, le quali costituiranno la dotazione del Fondo per i poli universitari tecnico-scientifici nel Mezzogiorno, che finanzierà le università meridionali in cui sia presente almeno un dipartimento in discipline tecnico-scientifiche e sociologiche: le somme saranno destinate al sostegno diretto per gli studenti, al finanziamento di assegni di ricerca, nonché a studi e ricerche sullo sviluppo del Sud.

Sempre in tema di istruzione, la legge di bilancio consente all’Università degli studi di Napoli di istituire, in via sperimentale, la Scuola superiore meridionale, che costituirà un polo universitario d’eccellenza nel Sud Italia, garantendo una più equa distribuzione di queste istituzioni in tutto il Paese. L’investimento è assolutamente significativo: oltre 90 milioni di euro tra il 2019 e il 2025.

Infine, si interviene sull’atavico problema della crescita demografica: alle famiglie con tre o più figli, di cui almeno uno nato nel triennio di applicazione della legge di bilancio (2019-2021), nonché alle società di giovani agricoltori che riservino ai predetti nuclei familiari una quota societaria pari almeno al 30%, saranno assegnati a titolo gratuito terreni a vocazione agricola di proprietà dello Stato o in stato di abbandono nelle regioni del Sud. Inoltre, ai beneficiari che acquisteranno la prima casa in prossimità del terreno in concessione sarà possibile godere di un mutuo fino a 200.000 euro a tasso zero per vent’anni. La concessione di questi terreni alle famiglie sarà sufficiente a rilanciare l’agricoltura, specie al Sud? Soprattutto, sarà un rimedio efficace al problema della natalità? Sarebbe forse stato più auspicabile un assegno in denaro o l’introduzione, ormai attesa da molto, troppo tempo, del quoziente familiare.

Ad ogni modo, queste misure mostrano inequivocabilmente che per il Sud esistono ricette altre dal reddito di cittadinanza, che è l’ultima cosa che serve al Meridione per rilanciarsi. Il Sud ha bisogno di lavoro e non di sussidi, ha bisogno di cultura e formazione di alto livello, ha bisogno di trattenere, riattrarre e sfruttare le sue menti migliori, troppo spesso costrette a scappare e a sviluppare le proprie potenzialità altrove. Queste misure saranno sufficienti? È troppo presto per dirlo, ma non possiamo che augurarcelo.

Giuseppe Scialabba

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