Roma, 26 mag – Come avevamo previsto, la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato ha respinto la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini per il caso Open Arms. I voti contro il processo sono stati 13, 7 i favorevoli. Al voto non hanno partecipato i 3 senatori di Italia Viva. La parola ora spetta all’Aula. La richiesta di autorizzazione a procedere contro il leader della Lega dovrà essere esaminata dall’Aula e la proposta di no all’autorizzazione avanzata dalla Giunta per essere confermata dovrà essere approvata con 161 voti, la maggioranza assoluta del Senato. Altrimenti si considererà respinta. In tal senso i senatori renziani faranno la differenza.
Gasparri: “Astensione Iv ininfluente su esito voto”
Per adesso però, come sottolinea il presidente della Giunta Maurizio Gasparri, i renziani non sono stati determinanti, astenendosi. “L’esito” della votazione “sarebbe stato comunque favorevole al voto della Giunta”, dal momento che “ci sono stati 13 voti a favore” della relazione del presidente, precisa il senatore di Forza Italia.
Salvini: “Giunta ha detto che ho fatto il mio dovere”
Allora “bloccai lo sbarco e oggi la Giunta del Senato ha detto ‘Salvini ha fatto il suo dovere’. Ora la parola passa all’aula del Senato, dove la maggioranza è in mano al Pd e ai 5 Stelle”, commenta Salvini in diretta su Facebook.
I due senatori in dubbio alla fine hanno votato no
Nel dettaglio, tra chi ha votato sì al processo, segnaliamo l’ex magistrato Piero Grasso (LeU), che ha colto l’occasione per una delle sue filippiche giustizialiste. “Siamo di nuovo di fronte a una visione extra-costituzionale, una riproposizione del concetto per cui il fine giustificherebbe i mezzi. Se qualunque ministro fosse autorizzato a violare impunemente la legge con atti di natura politica senza che la magistratura possa sottoporlo a giudizio, si darebbe luogo ad un sovvertimento del nostro ordine costituzionale e si correrebbe il rischio di fornire, in futuro, una giustificazione a qualunque crimine in nome di un fine politico“. Alla fine invece la M5S Alessandra Riccardi, che era in dubbio, ha annunciato il no all’autorizzazione: “Voterò in dissenso al mio gruppo”. Ha votato no anche l’ex 5 Stelle Mario Michele Giarrusso (espulso dal M5S) proprio in “coerenza con quanto deciso e votato dal Movimento e sulla piattaforma Rousseau”. E sono stati proprio questi due voti di area pentastellata a fare la differenza.
Adolfo Spezzaferro
2 comments
Veramente sconcertanti le parole dell’ex-presidente del Senato, Piero (Pietro) Grasso che – a ben vedere – potrebbero benissimo essergli rivolte contro: ma come, parla proprio uno dei rappresentanti di quelli che bloccano in alto mare le navi delle ONG cariche di “migranti” durante tutto il periodo delle elezioni?
E poi: di quale “sovvertimento del nostro ordine costituzionale” parla, quando la legge che regolamenta l’ingresso di stranieri nel territorio dello Stato italiano è abbastanza chiara in merito? E i crimini a fini ideologici, caso mai, è proprio la sinistra massonico-arcobaleno-mondialista a perpetrarli, continuamente, aggirando le leggi dello Stato e appellandosi a “diritti inalienabili” che, in realtà, sono pure astrazioni.
[…] non agì per interesse pubblico”, dice il leader di Iv in Aula. A maggio proprio i renziani contribuirono a salvare il leader della Lega, sempre sul caso Open […]