Torino, 24 set – “Questa sperimentazione cambia la storia naturale della bronco-pneumopatia cronico ostruttiva (BPCO), e se confermata sui grandi numeri, la Città della Salute di Torino può vincere il Premio Nobel”. Questo il primo commento a caldo di Marco Ranieri, responsabile delle terapie intensive della Città della Salute, dopo i risultati positivi della sperimentazione della dialisi polmonare su 25 pazienti affetti dalla BPCO, che entro il 2015 si avvia a diventare la terza causa di morte nel mondo occidentale.
Questa tecnica innovativa sarebbe in grado, secondo lo studio fatto a Torino e all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna, i cui risultati sono stati appena pubblicati sulla prestigiosa rivista della Società americana di Terapia Intensiva “Critical Care Medicine”, di ridurre la mortalità da BPCO acuta dal 35% al 7%, con una minore incidenza di intubazione.
Chi soffre di BPCO acuta e si trova ad avere difficoltà respiratorie gravi, viene generalmente trattato con la ventilazione non-invasiva impiegando ventilatori meccanici i quali applicano volumi di aria per rimuovere l’anidride carbonica in eccesso e migliorare la respirazione. Spesso però non è sufficiente e c’è bisogno di intubazione, col rischio di morte che aumenta di quasi 100 volte. Lo studio congiunto delle terapie intensive di Torino e Bologna, guidato dal professor Stefano Nava, ha testato su 25 pazienti un sistema mini-invasivo di dialisi polmonare che, sullo stesso modo della dialisi renale, depura il sangue dei pazienti dall’anidride carbonica in eccesso utilizzando un sistema brevettato composto da un ossigenatore e da un emofiltro. La dialisi polmonare, come verificato nelle applicazioni dai team di ricerca, abbatte i livelli di anidride carbonica nel sangue e riduce significativamente le intubazioni, con i rischi e le conseguenze negative associati.
Un successo importante per la nostra ricerca, sempre a corto di fondi e mezzi, con persone in grado di cambiare il mondo.
Gaetano Saraniti