Si va così confermando quel processo di spoliazione dell’industria pesante nazionale perseguita ormai da più di vent’anni dalle oligarchie italiane e straniere responsabili del clima di austerity e della recessione senza fine. Il progetto di Romano Prodi e dell’Ulivo, nato con l’ingresso italiano nella Ue e nel Wto, di rendere l’Italia piattaforma logistica e di servizi dell’alleanza commerciale-debitoria Usa-Cina, sembra giungere così alla sua piena attuazione. Basti un dato: agli inizi degli anni ’90 l’Italia, settima economia globale, produceva più del 5% del Pil mondiale; oggi ne produce meno del 2%. Ecco i frutti marci della dismissione e della svendita della capacità produttiva del paese, confermata oggi dalle notizie sui gioielli ad alta tecnologia del gruppo Finmeccanica.
Giacomo Petrella
Mani cinesi sull’Ansaldo. Si realizza l’incubo targato Prodi
24
previous post