Roma, 21 Apr – Si abbassano le luci. Rullano i tamburi. Silenzio del pubblico pagante. Et Voilà! Matteo Silvan Renzi tira fuori dal suo cilindro il suo uccellino che cinguetta (Twitta) a più non posso. Così Renzi, venerdì scorso, ha presentato il nuovo Documento di programmazione Economica e Finanziaria (DEF). Secondo il premier: “È un provvedimento veramente serio e corposo e si tratta di misure strutturali e non una tantum, i mitici 80 non sono che l’inizio. Gli 80 euro saranno in busta paga da maggio. Il provvedimento riguarderà i cittadini che hanno da 8 mila a 26 mila euro. Noi stiamo restituendo agli italiani qualcosa che è degli italiani; stringendo la cinghia alla Pa e restituendo libertà ai cittadini sotto ai 26mila euro”. Finalmente una piccola boccata d’ossigeno per il ceto medio fatto di dipendenti pubblici e privati fedeli al fisco come il cane Lessie.
Poi, però, arrivano i soliti disfattisti che cercano di capire meglio come si articolerà questo provvedimento. Già l’Istat qualche giorno prima aveva messo un freno agli entusiasmi. Il presidente dell’Istat Antonio Golini in audizione alla Camera per commentare il DEF aveva detto che: “Il beneficio potrà arrivare – in media – al massimo a 66 euro al mese”. Ma con la sua verve Renzi avrà dato una risposta ai gufi? Facciamo i conti della serva. Il dipendente pubblico o privato che sia, con un reddito che va dagli ottomila ai sedicimila euro, avrà un beneficio che va dai 280 ai 560 euro l’anno. Spieghiamolo meglio. Chi guadagna meno di 1.200 euro al massimo ci paga il canone e la tassa per i rifiuti. Chi guadagna 1.400 euro al mese avrà un beneficio pari a 77 euro al mese. Ecco, loro sono i dieci milioni di italiani che Renzi premierà. Poi, superando la soglia dei 1500 euro al mese il bonus sarà pari a 44 euro mensili. Così certamente i consumi ripartiranno alla grande. Anzi, facciamo sin da subito un invito agli italiani alla sobrietà. Gli altri 40 milioni di italiani (cassaintegrati, pensionati, autonomi e disoccupati) dovranno aspettare il natale per un regalo altrettanto cospicuo.
Non dobbiamo lamentarci, però. Bisognava pur cominciare. Questo è un popolo che non si accontenta mai. Ma mica i soldi il buon Matteo li trova per strada. Ha dovuto convincere il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a scrivere una commossa lettera al vicepresidente della Commissione europea Siim Kallas per chiedere tempo sul pareggio di bilancio. Leggiamone i contenuti secondo quanto riporta l’Ansa: “Il governo italiano, nel rispetto della clausola delle circostanze eccezionali, come prevista nella legge di pareggio di bilancio ha deciso di accelerare il pagamento dei rimanenti debiti pubblici arretrati per ulteriori 13 miliardi, che aumenteranno il rapporto debito/pil nel 2014. Assicurando il pareggio strutturale nel 2016, il governo procederà nel periodo 2014-2017 con un piano di privatizzazioni di circa lo 0,7 per cento di pil all’anno. Il governo annuncia infine che per il restante 2014 i risparmi della spending review saranno usati per finanziare un ambizioso piano per ridurre il cuneo fiscale e aumentare la crescita potenziale dell’Italia nel breve e medio termine”. La risposta della Commissione Europea alla lettera del governo italiano è stata gelida: “La Commissione prende atto della deviazione temporanea annunciata dagli obiettivi di bilancio e il rinvio fino al 2016 dell’obiettivo a medio termine (il pareggio). La Commissione valuterà il percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine”. Scommettiamo che Bruxelles lascerà campo libero al nostro premier fino alle prossime elezioni solo per frenare l’ondata antieuropeista? Vedremo. Intanto non dimentichiamoci che Renzi è il perfetto caposcout della parrocchia. Cambiano i preti ma lui sa sempre obbedire al nuovo (parroco) che avanza.
Salvatore Recupero
3 comments
[…] Fonte: www.ilprimatonazionale.it […]
[…] Fonte: www.ilprimatonazionale.it […]
[…] Il gioco, però, non vale la candela. Sottolinea il segretario della Cgia Renato Mason: “Rispetto al 2019, quest’anno il nostro erario registrerà, a causa degli effetti negativi provocati dal coronavirus alla nostra economia, una contrazione del gettito tributario pari a 48 miliardi di euro, di cui oltre sette a seguito della riduzione degli incassi dovuti alle attività di contrasto all’evasione fiscale”. A fronte di questa situazione critica che senso ha sprecare risorse pubbliche per invogliare i ricchi a fare shopping? Si tratta di una mera operazione di propaganda politica che ricorda gli 80 euro di Renzi. […]