Roma, 27 giu – Il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini stamattina torna sul caso Sea Watch, la nave davanti al porto di Lampedusa con 43 immigrati irregolari a bordo, che ieri ha forzato il blocco entrando in acque italiane, per andare all’attacco delle Ong e del traffico di essere umani. “Alcune Ong, ormai è evidente, aiutano i trafficanti di esseri umani”, i clandestini a bordo della Sea Watch “non sono naufraghi, si tratta di viaggi organizzati dalla mafia dei trafficanti di esseri umani che con questi soldi comprano armi e droga” spiega Salvini a Radio anch’io su Rai Radio1.
Il titolare del Viminale: “Chi non risponde all’alt viene arrestato”
“Sono viaggi organizzati da Ong che lo fanno ripetutamente. La Sea Watch è la terza volta che fa la stessa cosa: mi auguro che l’autorità giudiziaria italiana, che è indipendente, stia acquisendo tutti i dati necessari”, prosegue il titolare del Viminale. “Uno può avere simpatia o antipatia per Salvini, ma chi non risponde all’alt della polizia o dei carabinieri viene arrestato – ha aggiunto -, chi passa con il rosso prende la multa. Non voglio sostituirmi a nessuno, ma le illegalità sono numerose e ripetute“. E’ la seconda volta, dunque, che il ministro dell’Interno fa riferimento alla possibilità di arrestare la capitana della nave Ong per aver violato le disposizioni del governo italiano. “Non permetto – ha aggiunto – che siano associazioni private straniere a gestire i confini di un Paese che ha le sue regole e le sue leggi“.
“Una scelta politica sulla pelle di 42 persone”
Poi il leader della Lega sottolinea la volontà chiaramente politica da parte della Ong tedesca di sfidare il governo italiano piuttosto che mettere in salvo gli immigrati a bordo. “In 15 giorni sarebbe andata e tornata dall’Olanda due volte: mi spiace che (la capitana della Sea Watch, ndr) usi esseri umani per fare la sua battaglia politica, in nome di chi non l’ho capito. Una scelta politica sulla pelle di 42 persone”. “Chi scappa dalla guerra – ha ricordato Salvini a Radio anch’io – in Italia arriva in aereo, riconosciuto come profugo, non a bordo di barchini e barconi”.
Adolfo Spezzaferro