Roma, 7 giu – Il governo verdegiallo almeno per adesso intende andare a avanti: si allontana quindi l’ipotesi di una crisi. E’ quanto emerge dall’atteso faccia a faccia che si è svolto ieri a Palazzo Chigi tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. L’incontro ha segnato il disgelo tra i due vicepremier dopo l’ultimatum del premier Giuseppe Conte. Un incontro, “utile, positivo e cordiale”, durato circa un’ora, su cui, fino all’ultimo, è stato mantenuto il massimo riserbo, con il leader della Lega che ha depistato i giornalisti. Sì, perché Salvini, lasciando l’abitazione romana, ha assicurato che nessun vertice era in programma e ha spiegato di essere diretto al Viminale. La sua auto, invece, ha imboccato la strada per Palazzo Chigi, entrando nella sede del governo da Piazza del Parlamento. Ad attenderlo l’altro vicepremier, che aveva ritardato il viaggio a Campobasso, dove era atteso per un comizio alle 17. I due si sarebbero visti negli uffici del leader del Carroccio. Salvini, lasciando dopo circa un’ora Palazzo Chigi, si è fermato per un breve scambio con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, che lo ha accompagnato nel cortile prima che il ministro salisse a bordo della sua auto.
“Il governo deve andare avanti”
Nella nota congiunta Lega-M5S seguita all’incontro si spiega che il colloquio è servito per fare il punto sulle priorità da realizzare in tempi brevi e per riavviare un dialogo costruttivo con l’Europa che rimetta al centro, “dopo anni di governi passivi, gli italiani”. Per Di Maio e Salvini “il governo deve andare avanti” e “i maggiori incassi dell’Irpef e dell’Iva quasi dell’8 per cento e la diminuzione della disoccupazione rispetto al 2018 nei primi quattro mesi di quest’anno ci dicono che siamo sulla buona strada”. Tra gli obiettivi da realizzare per il governo verdegiallo “l’abbassamento delle tasse“, tema che i due vicepremier considerano “prioritario per il rilancio del Paese. Servono misure straordinarie e nessun aumento delle tasse per lo sviluppo dell’economia”. Poi Di Maio, a margine di un comizio a Campobasso, ha rimarcato che “se si deve andare avanti al governo è per battagliare non per vivacchiare. Abbiamo di fronte quattro anni per fare cose importanti, ma deve esser chiaro che le dobbiamo realizzare”. In serata Salvini è tornato sull’incontro: “Abbiamo parlato francamente dopo settimane di attacchi anche reciproci, si è sbagliato da entrambi i lati, poi gli italiani hanno votato”. “Ci si guarda negli occhi, il Paese ha bisogno di un governo serio, stabile che faccia cose, abbiamo già tanti avversari dentro e fuori che se si litiga abbiamo perso – ha detto il vicepremier – Ho trovato una persona che ha voglia di unirsi in questo confronto, in questi giorni segnali positivi ci sono stati“.
Salvini: “Ho sentito dei sì sui cantieri”
“Cercheremo di rispettare numeri e numeretti – dice Salvini – ma non aumenteremo le tasse. Oggi mi sono visto per un’oretta con l’amico Di Maio e, finite le polemiche della campagna elettorale, vi do la mia parola che farò di tutto perché il governo vada avanti, perché è l’unico che può cambiare il Paese. E oggi ho sentito anche dei sì sui cantieri“.
Ora Toninelli rischia la poltrona
Se tra i cantieri in questione ci fossero anche quelli della Tav e visto che è interesse della maggioranza non rompere il contratto di governo, è possibile un mini rimpasto, un cambio della guardia al ministero delle Infrastrutture. E quindi il pentastellato Danilo Toninelli, noto per essere un No Tav che non vuole sentire ragioni, potrebbe a brevissimo, già la prossima settimana, essere sacrificato sull’altare della continuità di governo.
Adolfo Spezzaferro