Roma, 12 giu – “Sono più di 116 Paesi a chiederla, e dall’Italia mi aspetterei molta più forza nel pretendere dalla Cina verità e giustizia” sulla pandemia di coronavirus. Matteo Salvini torna alla carica chiedendo al governo di fare luce sulle eventuali colpe di Pechino nella gestione dell’epidemia. “Le responsabilità del regime comunista cinese sono gravi ed evidenti, dal ritardo con cui è stato dato l’allarme, fino ai continui tentativi di insabbiare ogni richiesta di dati e approfondimenti da parte della comunità internazionale, senza dimenticare la repressione poliziesca e sistematica di ogni voce libera all’interno”, spiega il leader della Lega in un’intervista a Formiche.net in chi ribadisce la necessità di un’indagine internazionale per accertare le responsabilità del governo cinese nella diffusione del Covid-19.
L’attacco a Conte: “Silenzio governo è imperdonabile”
Salvini poi attacca la maggioranza giallofucsia. “Il silenzio del governo in questi mesi è stato imperdonabile. Nonostante oltre 30mila vittime, nonostante i sacrifici della quarantena, nonostante la crisi economica che ci prepariamo ad affrontare, nessuno dei nostri ministri e tanto meno il premier Conte ha avuto il coraggio di dire una sola parola per denunciare le responsabilità del regime cinese”, è l’accusa dell’ex ministro dell’Interno. A questo proposito, l’ex vicepremier ha più volte proposto una commissione d’inchiesta parlamentare sulle responsabilità di Pechino.
“L’Italia si deve difendere di più dalle mire straniere”
Più in generale, secondo il leader della Lega, il nostro Paese dovrebbe difendersi maggiormente dalle mire di Pechino (e non solo). In tal senso, Salvini non ha dubbi: “In Italia la Cina starà fuori dal 5G. Non possiamo accettare che infrastrutture fondamentali per la nostra sicurezza siano nelle mani di una potenza straniera, peraltro sempre più aggressiva e ostile nei confronti dell’Occidente”. E quando gli chiedono se in questa ottica il Golden power è sufficiente a proteggerci, il leader della Lega replica: “Se qualche volta venisse usato, sì. Dovrebbe essere non dico la norma, ma quantomeno un’opzione sempre presente nelle trattative internazionali, così come nei difficili dossier industriali del nostro Paese. Purtroppo invece il governo ne parla quasi sempre per escluderne l’utilizzo, il che contribuisce a indebolire la forza e la reputazione dell’Italia nel mondo”.
Adolfo Spezzaferro